L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” riporta un editoriale a firma di Paolo Ziliani in riferimento al caso Juventus definendolo “scandalo italiano”.
È un déjà vu. A 17 anni dall’estate di Calciopoli, la Juve rivive il suo “anno della marmotta”. Se nel 2006 John Elkann mise al bando i ricercati e poi condannati Moggi e Giraudo inventandosi il primo patteggiamento della storia del calcio (l’avv. Zaccone che concorda con Sandulli la B con penalizzazione per scampare alla catastrofe della C), oggi la scena è la stessa. Unica differenza: Elkann sta usando i guanti bianchi perché l’agnello sacrificale si chiama oggi, ironia del nome, Agnelli, l’odiamato cugino Andrea fatto sparire dal Cda non solo di Juventus, ma anche di Stellantis ed Exor.
Ma il copione è lo stesso: presa di distanza dal reo e caccia al miglior patteggiamento possibile. Che col robusto aiuto del Palazzo del calcio (vedi sentenza di ieri, col processo del -15 che andrà rifatto) mira a concretizzarsi in sanzione di semplice esclusione dalle Coppe. Come dire nessuna pena visto che a togliere la Juve dall’Europa per 2 o 3 anni penserà comunque la Uefa. John&Andrea, dicevamo. Nessuno lo ha notato, ma nella lettera ai soci Exor di lunedì Elkann ha messo più volte Agnelli spalle al muro parlando di “crescenti difficoltà interne ed esterne”, di “perdita significativa di 239 milioni”, di “nessun titolo vinto”, di “azioni legali contro il club” che hanno costretto il Cda a riunirsi “18 volte nel corso dell’anno”, del nuovo Cda chiamato a “proteggere la reputazione” del club chiamato a “tornare più forte sia in campo che fuori” (e sottolineo il fuori). In quanto ai processi, Elkann scrive: “La Juventus nega ogni illecito”.
La Juventus, non Exor. John sa che la Juve ha commesso illeciti e sarà condannata: ma con media e giustizia sportiva a suo favore (la Procura Figc ha persino rimandato al 2023-24 lo scabroso processo sui “club amici”) prova a sfangarla anche se il danno economico di anni senza Champions sarà sanguinoso. Ce la faranno i nostri eroi a evitare la B? Scandalosamente sì; ma “siamo in Italia” (cit.Mourinho). L’unico a pagare, le mani ancora sporche di marmellata, sarà Agnelli: alla bocciofila della Continassa Moggi e Giraudo lo aspettano.