«Sono curioso di vedere la reazione della mia squadra domani in una partita in trasferta. Credo fortemente nella mentalità di fare la partita ad ogni costo. Non voglio che venga divisa la questione casa-fuori, conta la testa e conta la parte psicologica. Ero andato via da Palermo poco dopo che era nata mia figlia, col tempo ho valutato diversamente aspetti negativi da parte di chi mi aveva mandato via. In Sicilia ho ancora grandi amici, sia a Catania che a Palermo. Noi a Catania avevamo fatto bene e avremmo fatto bene anche a Palermo se mi avessero dato il tempo. All’inizio di quella stagione Zamparini aveva comprato Pastore e avevamo perso Liverani. Bisognava cambiare qualcosa, ci voleva del tempo. Ho allenato Fabrizio Miccoli, Balzaretti, Cavani: Fabrizio era un grande giocatore e tanti altri. Ho grandi ricordi sia di Catania che di Palermo. A Palermo c’è solo una persona con cui non parlo più, con Zamparini i rapporti sono ottimi anche dopo quell’episodio. Non dobbiamo guardare troppo la classifica, ma bisogna ricordare i dove siamo e non abbassare mai la guardia. Quando cambi allenatore é facile avere una reazione adrenalinica, il difficile viene adesso. Sono curioso di vedere come reagiscono adesso, la testa fa tutto, devi essere sereno e determinato. Domenica abbiamo giocato sotto il diluvio, ho sempre guardato le conferenze stampa di Julio Velasco, una delle migliori è quella sugli alibi dei giocatori. Ti devi adattare, devi capire il rimbalzo, quando una squadra arriva pensare nello stesso identico momento allora diventa una squadra. La partita importante è domani, tutte le volte che ho ragionato in maniera diversa è sempre andata male. Dobbiamo pensare a Palermo e dopo si preparerà quella di martedì senza nemmeno fare più di tanto. La più difficile quando ci sono partite in successione era la terza o la quarta. Di testa è il problema, stanchi lo siamo se vogliamo esserlo. Hanno 20 anni, ci mancherebbe altro». Queste le parole rilasciate da Walter Zenga, tecnico del Venezia, in conferenza stampa.