“In attesa di una nuova panchina Walter Zenga ha vissuto una due giorni tra i grandi del calcio mondiale a Zurigo dove ieri è andata in scena la consegna del Pallone d’Oro. Domenica l’ex tecnico di Catania, Palermo e Sampdoria ha cenato insieme al presidente della Fifa Infantino e a una serie di ex campioni come Maradona, Batitusta, Van Basten, Trezeguet, Boban, Toldo, Salgado e Vitor Baia. Ieri il bis con un torneo di calcio a otto: è stato inserito in squadra con Puyol, Aimar, Yorke e Türkyilmaz e nonostante il freddo si è divertito.
Zenga, si goduto il tuffo nel passato? «Sono state due giornate molto belle e ho rivisto con piacere tanti amici. Prima di rispondere a questa telefonata parlavo con Rijkaard del calcio moderno, dei metodi di allenamento, ma anche delle sfide che abbiamo vissuto a Milano». Domenica invece la cena con Maradona e gli altri. «Diego lo incontro spesso perché abita a Dubai con me, mentre trovarmi insieme a persone che non vedevo da tanto tempo è stato particolare. Ci siamo salutati come se l’arbitro avesse appena fischiato la fine di una delle tante partite che abbiamo giocato in passato». Il tempo però passa anche per le leggende come voi… «In effetti il processo di invecchiamento non si può fermare. Io amo dire che diventiamo… vintage. La passione per il calcio, il rispetto reciproco e la voglia di stare insieme però sono immutate».
Maradona come lo ha visto? «Carico come al solito. Si sta preparando alla grande festa che Napoli gli riserverà la prossima settimana (lunedì, ndr). E’ il giusto riconoscimento per ciò che ha fatto in passato per la città».
Ha giocato anche lui ieri? «Certo e ha pure segnato su rigore».
Tra i pali c’era lei, come a Italia ‘90? «No, io ero fuori porta».
Altrimenti l’avrebbe presa in giro ricordando la semifinale di quel Mondiale… «Tra di noi evitiamo questi discorsi. Altrimenti mi sentirei sempre dire: “Ti ricordi quella volta in cui ti ho segnato…”. Nessuno però si ricorda delle grandi parate di noi ex portieri (ride, ndr)». Dica la verità: aveva paura di subire troppi gol da Trezeguet? «David è sempre in forma. Io però in squadra avevo Puyol, un “mastino” mica male. Ci siamo divertiti e ci siamo presi un po’ in giro».
Batistuta come l’ha ritrovato? «Bati è straordinario. Non lo vedevo da 5 anni ed è stato come se ci fossimo incontrati dopo due giorni. Ha una vitalità incredibile». Le piace l’idea di Infantino di riunire così tanti ex calciatori per la causa della Fifa? «Chi ha giocato e allenato può dare una mano a migliorare il calcio. Se si vogliono fare dei cambiamenti è inevitabile ascoltare le idee di coloro che hanno disputato ad alti livelli centinaia di gare». Avete parlato anche di Italia? «Normale. Io seguo sempre la Serie A e ho notato che, se non recupereranno punti nelle prossime partite, per Crotone, Palermo e Pescara sarà complicato». Lo scudetto andrà di nuovo alla Juventus? «E’ la favorita, ma il Napoli e soprattutto la Roma possono impensierirla». Sarri con Pavoletti avrà un’arma in più. «Pavoletti è un grande acquisto e il ritorno di Milik darà una grossa mano. Il Real Madrid deve preoccuparsi». Ha sentito le lamentele di sabato del suo ex presidente Ferrero dopo il ko del San Paolo? «Le parole dei presidenti si leggono e non si commentano». La rivedremo allenare in Italia prima o poi? «Spero di sì». Alla panchina dell’Inter ha detto che non pensa più. Sincero? «Sono realista anche se non credo di aver fatto male né a Palermo né alla Sampdoria. Quando mi hanno esonerato ero nono in entrambi i casi. Il 9 non mi porta fortuna».”. Questa l’intervista a Walter Zenga rilasciatata ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”.