Intervistato da “La Repubblica” Maurizio Zamparini racconta l’affare Dybala di ormai quattro anni fa, per cui adesso è alle prese con un contezioso con Mascardi e il Tas. Ecco la verità del patron: «Già avevo versato un acconto di 2 milioni. Chiamo l’allora mio direttore sportivo Perinetti e gli chiedo di intercedere. Intanto incontro Dybala, suo fratello, Rebasa e l’avvocato Pilla di Milano che dice di essere il legale di Rebasa. Dybala non avrebbe firmato se non gli avessimo dato 3,5 milioni, questo mi dicono. Allora firmo un accordo con Rebasa che mi chiede di fare un contratto di 3,5 milioni di euro come compenso per l’intermediazione con una società di Pilla con sede a Londra. Il Tas mi ha condannato al pagamento di 9,4 milioni di euro alla Pencill Hill. Non l’ho fatto ed ho anche sospeso i pagamenti a Pilla. Quando sto per chiudere l’affare – continua il patron – il nuovo procuratore di Dybala, Triulzi, mi chiede 4 milioni perché secondo lui, dei 3,5 milioni iniziali, 2,1 erano andati alla famiglia di Dybala che altrimenti non avrebbe firmato il contratto».