Intervistato dalle colonne de “La Repubblica” Maurizio Zamparini ha così parlato in merito al fido bloccato dall’Unicredit in occasione del contenzioso con Mascardi per l’affare Dybala. Ecco la versione del patron rosanero: «Tutto inizia nell’aprile del 2012 quando il Palermo stipula un contratto con la Pencill Hill, una società dell’agente argentino Gustavo Mascardi, per 12 milioni di euro. Di questi 12 milioni, 2 milioni sarebbero andati al procuratore, 5,5 all’Instituto de Cordoba e 4,5 alla Pencill Hill che diceva di avere i diritti economici su Dybala. A quel punto io annuncio l’acquisto di Dybala. Dall’Argentina mi dicono che Mascardi non è il procuratore di Dybala, che il vero procuratore è Gonzalo Rebasa e che Dybala non verrà mai a Palermo. Già avevo versato un acconto di 2 milioni. Chiamo l’allora mio direttore sportivo Perinetti e gli chiedo di intercedere. Intanto incontro Dybala, suo fratello, Rebasa e l’avvocato Pilla di Milano che dice di essere il legale di Rebasa. Dybala non avrebbe firmato se non gli avessimo dato 3,5 milioni, questo mi dicono. Allora firmo un accordo con Rebasa che mi chiede di fare un contratto di 3,5 milioni di euro come compenso per l’intermediazione con una società di Pilla con sede a Londra. Voleva tutti i 12 milioni e ha fatto ricorso al Tas. Era un Tas legato a Blatter e Grondona che si è poi dimostrata un’associazione a delinquere. Quando sto per chiudere l’affare – continua il patron – il nuovo procuratore di Dybala, Triulzi, mi chiede 4 milioni perché secondo lui, dei 3,5 milioni iniziali, 2,1 erano andati alla famiglia di Dybala che altrimenti non avrebbe firmato il contratto».