Con il fallimento dell’U.S. Città di Palermo, il collegio della quarta sezione del Tribunale di Palermo ha accolto la richiesta della procura, rigettando la richiesta di concordato fallimentare. In merito all’offerta di Zamparini, 10 milioni da versare in 48 mesi, l’amministratore giudiziario La Croce aveva chiesto 15 giorni per valutare la proposta, ma affermando che se il Collegio “ritenesse insuperabile l’ostacolo costituito dagli atti di frode denunciati dai Commissari nel ricorso, di rinunciare alla domanda di concordato preventivo e di aderire alle istanze di fallimento pendenti, essendo incontestato e incontrovertibile che la suddetta si trovi in uno stato di insolvenza irreversibile”. Arkus Network, ultimo padrone del vecchio Palermo, ha provato ad evitare il fallimento con un piano di risanamento che secondo l’amministratore giudiziario Giovanni La Croce (nominato dal tribunale) “conteneva un numero impressionante di violazioni della normativa fallimentare”. Per questo e per i 330 mila euro tolti dalle casse del club ad inizio settembre dagli amministratori nominati dal gruppo Arkus, i giudici fallimentari hanno respinto la richiesta di concordato. Il 10 febbraio è in programma l’udienza per la verifica dello stato passivo, ovvero la quantificazione esatta di quanto avanzano i creditori.