Zamparini: «Articoli dei giornali sul Palermo in difficoltà mi hanno fatto capire che sarebbe saltato tutto»

Baccaglini come il Frank Cascio di qualche mese fa, dunque: senza garanzie. Quelle che Zamparini ha atteso per tutto un pomeriggio, fino alla ricezione del documento inviato dalla banca londinese che sta curando l’operazione. Il documento definitivo, almeno nelle intenzioni di Baccaglini, quello con dentro l’offerta finale per l’acquisto della società. Un’offerta che a Zamparini invece non è andata giù, proprio perché non dà alcuna certezza sull’investimento immediato da effettuare nel club. L’imprenditore friulano, già al lavoro con Lupo e Tedino per la costruzione della squadra per la prossima stagione, ha anche ricevuto la visita dell’avvocato di Baccaglini alle ore 19. Meno di un’ora di incontro per non giungere ad alcuna conclusione. O meglio, per giungere a quella conclusione che già da qualche settimana ha iniziato ad attuare: «Io vado avanti col piano 2, che non è Zamparini. Semmai è la mia presenza a sostegno della struttura che abbiamo fatto. Già da 10-15 giorni, quando ho capito che le cose si protraevano, ho pensato che ci fossero dei movimenti strani. Penso agli articoli di giornale che davano una società da sempre sana come in difficoltà, poi a tutte le cose che sono successe a Palermo, compresa l’ultima di qualche giorno fa, quando è stata messa in dubbio persino la nostra iscrizione». Tutte situazioni che hanno destabilizzato la trattativa, tanto da portare l’istituto di credito londinese a rivedere la cifra da proporre a Zamparini. Poi il viaggio di Baccaglini nella capitale britannica per provare un’ultima mediazione e presentare l’offerta finale. Il presidente nel Regno Unito e il proprietario in Friuli, tanto lontani geograficamente quanto idealmente, per un accordo che non c’è”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.