Quattro mesi di trattative concluse con il nulla. La deadline di ieri, 30 giugno, è stata rispettata da Maurizio Zamparini, il quale ha detto no a Paul Baccaglini e al suo fondo di investimento. “La proposta del legale di Paul Baccaglini e soci (Integritas Capital) in mio possesso, che sono pronto a mostrare, contiene un’offerta ridicola“, scrive oggi il patron friulano per fare chiarezza su quanto accaduto poche ore prima. E sembra assurdo come quattro mesi di trattative siano stati letteralmente sprecati con un nulla di fatto. A 10 giorni dal ritiro estivo, infatti, la squadra rosanero è stata integrata unicamente con un nuovo allenatore e con un nuovo direttore sportivo: anzi, ad oggi la rosa è stata solamente sfoltita con alcuni addii, pur dovendo partire a breve per iniziare a preparare la prossima stagione.
Tutto resta come prima. Zamparini al comando e la piazza disperata. Ma proviamo a cambiare prospettiva: perché non cercare un approccio per poter costruire una squadra competitiva e pronta a risalire immediatamente nel massimo campionato italiano? Se il patron friulano continuerà a gestire il club di viale del Fante, che lo faccia quanto meno con criterio e cognizione di causa. Inutile ricordare, infatti, le figuracce che tifosi, squadra e città hanno dovuto subìre negli ultimi anni. Campionati maledetti, trascorsi tra sofferenza e agonia. Salvezze arrivate all’ultima giornata e salvezze abbandonate da tempo. È qui, infatti, che si concentra tutta la rabbia dei tifosi rosanero. Una città come Palermo non può meritare un trattamento del genere: il tifoso non vuole vincere il campionato, sia chiaro. Vuole solo dare ciò che merita alla propria città e sicuramente il campionato cadetto non compete al club del capoluogo siciliano.
Zamparini resta, dunque? Va bene, ma che cerchi di fare il più possibile per far tornare la voglia a grandi e bambini anche solo di andare allo stadio. Ci si aspetta una campagna acquisti degna di una squadra che punta alla promozione diretta; niente esoneri ogni due partite e nessuna imposizione agli allenatori, che ognuno faccia il proprio lavoro! Ci si aspetta che la dirigenza lavori con serenità e tranquillità, senza avere il timore di ricevere chiamate inaspettate. Nulla di particolare, quindi, ma solo un lavoro fatto con passione, serietà, dedizione e amore. Quell’amore che proprio Zamparini ha promesso (e ribadito) ai colori rosanero.