Da “Zamparini vattene via” a “Friuliano non ti vogliamo”. Questi sono solo alcuni dei cori indirizzati ultimamente da una parte della tifoseria palermitana al numero uno del club di viale del Fante. Ed a mollare tutto e andar via dal capoluogo siciliano, il patron ci sta pensando sul serio. Le cause principali non saranno sicuramente le contestazioni ricevute negli ultimi tempi (anche se, parliamoci chiaro, a chi piacerebbe sentire il proprio pubblico chiedere a gran voce le “dimissioni”?), ma questi fatti sono comunque la ciliegina su una torta non più…commestibile.
Dopo 14 anni al timone del Palermo, Maurizio Zamparini sembra adesso più che deciso a lasciare la presidenza del club, cedendo le proprie quote a nuovi acquirenti con soldi da investire prima per acquistare una squadra il cui valore si aggira oggi intorno ai 50 milioni di euro, poi per renderla competitiva. Competitiva com’è giusto che sia per una piazza importante come quella palermitana. È vero, andando indietro nel tempo non è la prima volta che il patron friulano annuncia il proprio addio al calcio, ma questa volta la sensazione è che ci sia qualcosa di diverso. Qualcosa di più concreto. Complici l’età e la certezza di non poter realizzare né il progetto del famoso centro sportivo, né quello dello stadio, Zamparini addita alla politica italiana ed al calcio moderno la sua stanchezza ed il suo quasi disamoramento per questo sport.
Ed è così che nel capoluogo siciliano si inizia ad immaginare un Palermo senza quella vulcanica figura che ha dato tanto al club di viale del Fante. Dalla storica promozione in serie A dopo un’assenza durata 31 anni, alla storica finale di Coppa Italia contro l’Inter. Dalle molteplici classificazioni in Europa, ai vari Cavani, Pastore e Dybala che il pubblico palermitano può vantare di aver visto giocare ed esultare per i colori rosanero. Scusate se è poco. Anni di gioie e dolori, si intende. La più recente l’amara retrocessione in cadetteria e forse è proprio a partire da quel momento che, nonostante una pronta risalita nella massima serie, si è rotto qualcosa. Anni di scommesse vinte ed altre perse (vedi il deludente mercato estivo). Anni di ribaltoni, mesi di caos e relativi mea culpa.
Anni che, nel bene e nel male, hanno comunque fatto la storia del calcio che conta a Palermo. Che siano arabi, americani o cinesi, i prossimi proprietari del club rosanero avranno un duro confronto da reggere…