Ha fatto il giro dei social il video di Emiliano Viviano, immortalato dalle telecamere mentre trema di freddo nel corso della partita di Coppa di Turchia del suo Karagumruk contro il Kayserispor. Temperatura sotto zero a cui si è aggiunto il vento e una pioggia gelida. (CLICCA QUI per vedere la clip dell’accaduto)
Intervistato ai microfoni di “TMW” l’ex rosanero racconta quei momenti:
«Senza dubbio ho passato una delle peggiori serate della mia vita. La situazione era totalmente imprevedibile. La mattina e il giorno seguente era come se fosse già primavera. Anche durante il riscaldamento la situazione non era così preoccupante. Certo, dove giochiamo noi, allo stadio Olimpico di Istanbul, c’è di solito una temperatura inferiore rispetto alla città. Poi è arrivato il vento e una spaventosa pioggia ghiacciata che ha reso la situazione assurda. Solitamente i giocatori di movimento superano più facilmente le situazioni più estreme, ma stavolta è stato diverso. Un mio compagno di squadra era mezzo svenuto, a Biglia a fine partita tremava la bocca. A me veniva da piangere e pensare che fino al 90′ l’avevo quasi gestita, ma i supplementari sono stati troppo. Ero a pezzi e sì che ho giocato in Islanda, nelle Far Oer, in Estonia a -10° C. Tanto ero coperto da sembrare un omino Michelin, non è bastato nemmeno quello. Per rendere l’idea del freddo che c’era basti pensare che ho ancora a distanza di oltre una settimana un ematoma causato da un tiro che ho respinto di coscia. Che la partita sia finita 5-4 non è una casualità, è stata terribilmente condizionata da una situazione impossibile. Ho dei compagni di squadra che hanno giocato in Russia, mi hanno assicurato che nemmeno a -20 °C hanno avuto una sensazione simile. La prossima partita andiamo a giocare a Sivas, che nelle minime arriva a -15° C ma anche lì chi ci ha giocato mi ha detto che non si è mai arrivati a soffrire così. Giro dei social? Sono diventato un meme ma non posso che riderci su, del resto non puoi incolpare nessuno. Arrivato a casa non capivo più niente, poi fortunatamente mi sono ripreso».