Non poteva iniziare in un modo migliore l’avventura di Guillermo Barros Schelotto alla guida del Palermo. È vero in panchina ieri sedeva ufficialmente Giovanni Bosi, ma di indicazioni il tecnico della Primavera ne ha date davvero poche. Tutto quello visto ieri pomeriggio in campo contro l’Udinese dell’ex di turno Colantuono è stato, infatti, il frutto delle dritte suggerite dalle “retrovie” e soprattutto del lavoro svolto dal mister argentino in una sola settimana. Lavoro breve ma intenso, con i rosanero che hanno risposto al meglio alle richieste del nuovo allenatore.
Il rilancio di un Quaison finito inspiegabilmente nel dimenticatoio e lo schieramento di un inedito 4-3-3, questi gli ingredienti principali della vittoria sui bianconeri. Ed il risultato è stato uno di quelli che ci si augura sempre ma ci si aspetta raramente, specialmente quando a far visita al “Renzo Barbera” è quella bestia nera chiamata Udinese (lo 0-7 della stagione 2010/11 brucia ancora). Invece eccolo lì stampato sul tabellone dell’ex Favorita: un bel poker calato ai friulani, macchiato solamente dal guizzo su corner di Thereau che non è comunque bastato a far tornare in partita i suoi.
Le scelte di Schelotto hanno vinto e convinto. Non per tutti e 90 i minuti è vero. Dopo un avvio così così è bastato comunque ingranare la marcia giusta per non fermarsi più. Già, perché l’impressione è che se il signor Tagliavento non avesse fischiato del match, i rosanero avrebbero continuato ad infierire su un’Udinese già domata da un pezzo. A sbloccare la gara è stato il ritrovato Quaison e la sua rete è stata una di quelle che non ci si stancherebbe mai di guardare. La ciliegina su una torta farcita precedentemente da un suggerimento di Vazquez, un superbo controllo di tacco di Gilardino ed un retropassaggio di tacco di Hiljemark per il proprio connazionale. Un’azione perfetta.
Così come il resto della partita, che ha visto i rosanero padroni del campo a suon di miracoli del solito Sorrentino e di gol. Prima c’è stato il tocco vincente di Hiljemark sul tiro di un ispiratissimo Quaison, poi il meritato (anche se deviato) gol dalla distanza di Lazaar ed infine la perla da record di Trajkovski. Record sì, perché il destro a giro del macedone (il secondo di tale fattura) si è insaccato alle spalle di Karnezis dopo pochissimi secondi dal suo ingresso in campo.
Fame, grinta, ripartenze, gol e soprattutto divertimento. Quest’ultimo ormai sconosciuto al pubblico del “Renzo Barbera” e che con Schelotto potrebbe diventare invece una costante. Le premesse, d’altronde, ci sono. E mentre cresce l’attesa per il prossimo incontro di campionato, il Palermo si gode un tranquillo quattordicesimo posto in classifica…