“Altri posti che ti piacciono? «L’Hotel delle Palme. Quando sono stato acquistato c’era la pausa invernale. La squadra non era ancora in città ma io morivo dalla voglia di arrivare. Mi sono trasferito in anticipo. L’Hotel delle Palme è il primo posto in cui ho alloggiato. È anche il posto dove abbiamo festeggiato con la squadra la promozione in serie A, uno dei momenti indimenticabili della mia carriera. Come sei arrivato al mio libro? Me lo ha regalato Alessio Cracolici, l’ex team manager della squadra, prima di andare in ritiro, perché sa che durante i ritiri leggo molto. È un libro molto scorrevole, alla fine me lo sono “fumato” in 3-4 giorni». Cosa ti ha colpito in particolare? «Mi piace conoscere la storia dei luoghi, e nel tuo romanzo anche se l’argomento viene trattato con leggerezza, si percepisce quello che la mafia è, il peso che ha avuto. Basta leggere tra le righe. E poi mi piace molto il modo in cui sono smitizzati i mafiosi. Invece di rappresentarli come uomini di grande ingegno e strategia, escono per quello che probabilmente sono: furbi magari, ma abbastanza improvvisati, espressione di un basso livello culturale»“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.