Alla continua ricerca del profeta in patria. Anche chi vince, a Palermo, porta sulle spalle il peso di essere palermitano. Ne sanno qualcosa due compagni di squadra di Di Mariano, i difensori Accardi e Crivello, a cui non sono bastati due campionati vinti (uno in D e uno in C) per garantirsi qualcosa. Per loro, c’è sempre qualcosa da dimostrare.
Nel caso del secondo, sono pure arrivati i fischi per una prestazione negativa, seguiti dalla mancata convocazione per la trasferta di Reggio Calabria e il dietrofront sul suo inserimento in lista, quando sembrava destinato a rimanere fuori. Imporsi a Palermo, per chi a Palermo c’è nato, e sempre pii difficiile. L’ultimo che ha lasciato i rosanero con la consapevolezza di essere stato apprezzato all’unanimità è Giovanni Tedesco, che dal 2006 al 2010 ha fatto parte del gruppo che ha sfiorato la qualificazione in Champions League, togliendosi pure qualche soddisfazione in campo europeo, nella prima storica partecipazione alla Coppa Uefa.
Da lì in poi, tanti palermitani che hanno avuto la gioia di indossare la maglia della propria dna, si sono persi per strada. Oppure, quando sono arrivati ad un passo dalla gloria sono stati travolti dalla beffa. Come La Gumina, che nel 2018 ha vissuto un sogno a suon di gol: ben 12, tra campionato, play-off e Coppa Italia, per il picciotto che giusto un paio d’anni prima aveva trascinato i baby rosa alla finale del Torneo di Viareggio.