L’edizione online de “La Gazzetta dello Sport” riporta le conseguenze di un “gioco alcolico” finito in violenza sessuale nel gennaio 2020, nel quale sono stati protagonisti cinque giocatori che allora erano nella rosa della Virtus Verona. Il Gup ha accolto le richieste della Procura.
Violentata dopo la partita. È successo a una studentessa universitaria, invitata a partecipare a “un gioco alcolico” da cinque giocatori, al tempo nella rosa della Virtus Verona, reduci dalla trasferta di Cesena. Dopo oltre due anni di indagini il gup, accogliendo le richieste della Procura, ha condannato i calciatori a 6 anni a testa di reclusione. La vicenda risale alla notte tra il 18 e il 19 gennaio del 2020. Quattro giocatori avrebbero a turno approfittato di lei, mentre un quinto filmava con il cellulare. La ragazza avrebbe ingerito “complessivamente tre birre da 66 cl oltre a un bicchiere di gin lemon, forse anche due”. Con quell’alcol in corpo “non mi sentivo bene”, ma “dopo un po’”, quando ha “iniziato a realizzare quello che stava accadendo”, la vittima ha sostenuto di aver reagito: “Ho chiesto loro di fermarsi, anche perché mi trovavo in uno stato di totale abbandono”.
I calciatori hanno negato ogni addebito sostenendo che la giovane “fosse lucida e consenziente”. Non per il giudice Paola Vacca, che lunedì scorso in rito abbreviato, li ha ritenuti responsabili di violenza sessuale aggravata. Da qui la condanna per Edoardo Merci, Gianni Manfrin, Stefano Casarotto, Guido Santiago Visentin e Daniel Onescu, unico a non aver abusato della studentessa perché dedito alle riprese. La condanna a 6 anni e all’interdizione dei pubblici uffici è peraltro frutto della transazione in extremis fatta dalle parti (la vittima è stata risarcita dagli imputati) e considerata un’attenuante, oltre allo sconto di pena di un terzo previsto dal rito abbreviato.