L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista al doppio ex di Palermo ed Entella Bruno Tedino il quale ha parlato della sfida playoff di martedì, ma non solo. Anche della sua esperienza in rosanero.
«A Chiavari non mi hanno dato il tempo di cominciare. Ma posso capirli, dopo un avvio con cinque pareggi e tre sconfitte. Eravamo in sofferenza anche se, cambiando allenatore, non hanno evitato la retrocessione».
Zamparini la scelse dicendole: “Voglio che il Palermo giochi come il Pordenone”. «… Che aveva un grande cuore e faceva un sacco di gol. Purtroppo la B non si fermava per le nazionali e spesso non avevo Nestorovski, Jajalo, Traikovski, Struna…Fino a quattro giornate dalla fine, il Palermo, secondo in classifica, era in A. Una scorrettezza farmi fuori, sostituirmi e richiamarmi l’annata successiva, dopo la cessione di Coronado, 7 milioni, seguito poi da Struna. Un mucchio di soldi di plusvalenze. Il patron ascoltò persone che avevano influenza su di lui e che invece di aiutare sfasciarono tutto».
Il suo ritorno? «Non c’era più nulla di quanto creato in precedenza. E si stentava. Quell’esonero riesco a giustificarlo».
Palermo, per lei, parentesi indimenticabile. «Spero di aver lasciato il ricordo di una persona seria. Saluto tutti gli amici di Poldo 2, a Mondello: mi hanno trattato come fossi a casa. Con moglie e figli facevamo lunghe passeggiate sul litorale, posti incantevoli che ci sono rimasti dentro. Il giorno più bello? Il 28 dicembre del 2017, in pieno clima natalizio: si respirava un’aria straordinaria quando battemmo per 3-0 la Salernitana laureandoci campioni d’inverno».