Vigorito: «Restiamo uniti. Se vengo promosso voglio fare l’Europa League»

«Ho sempre detto che in serie A abbiamo vinto una battaglia di civiltà, identità e orgoglio. Non disperdiamola più. La campagna abbonamenti ha avuto come obiettivo la volontà di conservare il tesoro che era il pubblico. L’anima che abbiamo devono averla anche i calciatori, altrimenti gliela dobbiamo soffiare noi addosso dagli spalti. L’amore non può sparire dopo novanta minuti fatti bene o male: deve restare lì. Sono qui per testimoniarvi che noi ci siamo. Il nostro sentimento è come quello del 2006 e non è mai mutato, anche quando abbiamo vissuto grandi momenti di difficoltà. Quando ci si innamora lo si è per sempre. Pensate, i presidenti di serie A lo scorso anno mi ha detto di tornare presto con loro, ma attraverso me indicavano la piazza di Benevento. Se saprete conservare ciò che avete dato, allora faremo un altro miracolo, altrimenti diventa più difficile per tutti. Non ho parlato con la squadra nel dopo Carpi. Quando ha letto il programma settimanale ho visto un gruppo mortificato perché forse quando mi arrabbio fa effetto, considerato il mio modo di essere. Non parlerei di ritiro: è una partenza anticipata. In questi giorni in cui avranno modo di stare insieme ci sarà una bella presa di coscienza. Foggia ha avuto un lungo confronto con loro nel dopo partita. Alcuni elementi di maggiore esperienza hanno anche chiesto di chiudersi nello spogliatoio per un confronto. Sono dei segnali importanti. I fischi? Li prendo come uno stimolo e sono convinto che faccia anche bene. Ho sempre detto ai ragazzi che gli applausi dello scorso anno erano la somma di un’atmosfera in cui la gente riconosceva alla squadra la voglia di battersi. I calciatori in campo devono rappresentare noi che siamo la ragione per la quale nasce il calcio. Siamo quella parte di città che si è svegliata ed è riuscita a vincere contro le difficoltà. Questa non è una crisi, ma occorre fare un’analisi e sappiamo che la soluzione è dentro di noi. Sono certo che questa squadra può dire la sua. Bucchi? Due anni fa nei play off ha dato una lezione di calcio al Benevento di Baroni. In questo sport gli esami non finiscono mai. Prima di prenderlo abbiamo parlato con sei allenatori. Onestamente cambiare le carte in tavola significa non fare un progetto. Ho sempre detto che avrei messo in piedi una squadra con un programma triennale, in modo da andare in serie A per non tornare nuovamente indietro. Se vengo promosso voglio fare l’Europa League e non prendere mazzate perché ne provo vergogna. Bucchi ha in mente una squadra di base, ma gli vengono meno i calciatori. Lo stesso è avvenuto a Carpi dove ha perso Costa, Di Chiara e poi Letizia che ha giocato con le infiltrazioni. Parlate tranquillamente di tattica o altro, ma vi chiedo il favore di non creare casi inerenti allo spogliatoio mettendo in risalto mafie o gruppetti di napoletani. Non creiamo ciò che non esiste. Sono il guardiano di questa tifoseria: cerco di preservare al meglio il tutto. Le componenti hanno bisogno di una miscela importante che è il pubblico. Non cancellate la prima lettera dell’alfabeto. Restiamo uniti e vedrete che tornerà un’altra volta perché noi non torniamo mai indietro». Queste le parole rilasciate da Oreste Vigorito, presidente del Benevento, ai microfoni di “Ottopagine.it”.