Via il dente, adesso il verdetto più importante. E Zamparini?
È arrivata a tre giornate dalla fine del campionato l’aritmetica retrocessione del Palermo. Una condanna annunciata già da parecchio tempo, per non dire quasi da inizio stagione, ufficializzata solamente ieri con il pareggio maturato a Verona contro il Chievo e le contemporanee vittorie di Empoli e Genoa. I rosanero lasciano il massimo campionato a distanza di tre anni da quella splendida cavalcata che li riportò in serie A a suon di record. “Bei tempi!” esclamerà qualcuno. Ed in effetti lo erano.
A guidare la risalita dalla B alla A c’era un tecnico esperto come Beppe Iachini. In squadra, invece, gente come Dybala, Vazquez, Lafferty, Hernandez, Sorrentino e Belotti. Giusto per citarne alcuni. Una vera corazzata costruita per vincere. Una rosa che aveva mantenuto l’ossatura del campionato della retrocessione, unendo qualche new entry rivelatasi più che utile alla causa. Il giusto mix tra esperti e giovani, tra italiani e stranieri.
Impensabile rivedere qualcosa del genere il prossimo anno. Per tentare la pronta risalita in serie A, il Palermo deve infatti essere ricostruito da zero. È vero che gran parte dei giocatori attualmente in rosa non avrebbero fatto parte della squadra del futuro a prescindere dalla categoria. Il fatto che i rosanero siano anche retrocessi ne dà però ulteriore conferma. Si ripartirà dal Palermo 2.0 e d’altronde lo ha più volte annunciato lo stesso neopresidente Paul Baccaglini.
Presidente sì, ma non ancora proprietario del club di viale del Fante. Il closing originariamente, e forse anche frettolosamente, fissato per il 30 aprile è ormai abbondantemente slittato e non si sa ancora quando avverrà. Squadre di banchieri e avvocati sono a lavoro per portare a termine l’operazione, sulla quale filtra ottimismo dalle parti interessate ma non dai tifosi.
I palermitani si erano infatti rassegnati ormai da tempo alla retrocessione, la cui ufficialità ieri è stata accolta quasi nell’indifferenza, e sono proiettati solamente sul futuro societario. Un futuro incerto e che ad alcuni fa paura. Tra loro c’è chi ipotizza anche il fallimento. Su una cosa però sono tutti d’accordo: l’ex patron Maurizio Zamparini, additato come principale responsabile di questa disastrosa annata, non deve far parte del progetto di Baccaglini.