Verso Avellino-Palermo Kanoute ha scoperto di non essere più indispensabile. Contro la sua ex il rilancio?
L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma sulla gara di sabato tra Avellino e Palermo parlando di Kanoute.
Per la prima volta dall’inizio della stagione, allo stadio Marcello Torre di Pagani, Mamadou Yaye Kanoute è partito dalla panchina per scelta tecnica. Una decisione un po’ a sorpresa che mister Gautieri ha nel post gara motivato svelando quella che è stata la sua strategia offensiva: “La Paganese – ha detto il successore di Braglia – veniva a prenderci con un pressing alto. Ecco perché, con l’intento di far venire Maniero incontro alla palla e sguarnirli centralmente, ho preferito la profondità di Murano alle giocate di Kanoute che in genere spazia sull’intero fronte offensivo”.
Movimento sincronizzato che, soprattutto nei primi venticinque minuti di Pagani, l’Avellino ha effettivamente ripetuto diverse volte ed anche con un discreto successo se si pensa che a Carriero, Maniero e lo stesso Murano è alla fine mancata solo la stoccata vincente davanti a Baiocco. Insomma, nessun caso Kanoute ma semplicemente la constatazione che, per la prima volta in questa stagione, l’Avellino si è concesso il lusso di rinunciare a quello che fino alla gara contro l’Andria è stato tra i biancoverdi più affidabili sotto il profilo del rendimento. In trenta partite finora disputate prima di Pagani, del resto, il 28enne di Dakar con passaporto italiano è stato schierato per 24 volte da titolare ed in quasi tutti i ruoli del reparto offensivo: 10 volte da seconda punta, 8 da ala destra, 4 da trequarsta, 2 da ala sinistra e 1 addirittura da punta centrale. Statistiche al dettaglio che hanno sempre certificato il valore aggiunto rappresentato fin qui dall’ex Palermo che in 1910 minuti, oltre a 4 assist che per lui rappresentano una sorta di specialità della casa, è anche riuscito a mettere a segno tre reti importanti contro il Bari, il Messina e il Monterosi.
Quasi una rarità in quest’ultimo caso per il senegalese che è stato spesso etichettato come “croce e delizia” di tutte le squadre in cui ha militato proprio per la sua scarsa vena realizzativa certificata dai 29 gol messi a segno nei nove anni precedenti con le maglie di Benevento, Valle d’Aosta, Ischia, Juve Stabia, Pro Vercelli, Catanzaro e Palermo. Quanto basta per far spesso concordare addetti ai lavori ed allenatori sul concetto che “se Kanoute avesse visto di più la porta avrebbe giocato ad altissimi livelli”. Come affermato dallo stesso numero 7 biancoverde, che in qualche movenza ricorda il peruviano Barbadillo, però, all’idea di tornare in serie B (dove ha messo piede solo 8 volte con la maglia della Pro Vercelli) Kanoute non ha assolutamente rinunciato e spera di farlo entro il 2023 quando scadrà il suo vincolo con i lupi. Nel frattempo, però, non potrà di certo permettersi rilassamenti anche perché nelle due varianti tattiche scelte da Gautieri (3-5-2 e 4-3-3), alla luce del recupero di diversi elementi (Di Gaudio in primis) ma anche l’arrivo di un altro attaccante con caratteristiche da seconda punta come Murano, in qualche altra occasione potrebbe capitargli nuovamente di partire dalla panchina. Un segnale di forza complessiva per la squadra, capace di mettere a disposizione del suo allenatore più alternative, ma anche di sprone per un elemento che fino a qualche settimana fa era considerato titolare inamovibile.