PALERMO

Ventura: «Brunori? Non sposta gli equilibri. Il problema del Palermo non è questo»

In un’intervista rilasciata a “TuttoB.com”, Gian Piero Ventura, figura di spicco del calcio italiano e ex commissario tecnico della Nazionale, non risparmia critiche e riflessioni profonde sulle dinamiche attuali del campionato cadetto. Con una visione chiara e decisa, Ventura analizza le prestazioni delle squadre di Serie B, con particolare attenzione ai casi di Bari, Pisa e Salernitana, senza tralasciare una critica puntuale sul rendimento del Palermo e una riflessione sulla Sampdoria, definita deludente e presuntuosa. Un viaggio tra le aspettative e le realtà di un campionato sempre più competitivo, dove ogni partita può riservare sorprese e cambi di scenario.

 

Mister, con il blitz di Salerno il Bari ha interrotto una serie di sei pareggi consecutivi portandosi al sesto posto. Cosa manca ai Galletti per fare il salto di qualità? «Un pizzico di serenità e consapevolezza. Chiaramente il Bari non può competere con il terzetto di testa, ma è in grado di lottare per i playoff. E una volta che dovesse raggiungerli, avrebbe la possibilità di giocarsi le sue carte. Parlando con Longo, che è stato mio giocatore e poi collaboratore (quando io ero al Torino, lui allenava la Primavera granata), mi ha confessato che all’inizio, dopo due sconfitte consecutive, c’era un po’ di scoramento, pur con la convinzione di avere una squadra competitiva. Diversi giocatori, però, sono arrivati negli ultimi giorni di mercato, per cui bisognava dar loro il tempo di capire in che piazza sono approdati. Perché Bari, con tutto il rispetto, non è Cittadella… Ci sono grandi aspettative. Basti pensare che in finale playoff contro il Cagliari c’erano 55mila persone al ‘San Nicola’. Detto questo, il Bari ha lasciato per strada dei punti incredibili, come a Genova con la Samp dove ha sbagliato un rigore e giocato per 70’ in superiorità numerica. Dei sei pareggi fatti, almeno due potevano essere tranquillamente vittorie. Con 4-5 punti in più, adesso i biancorossi sarebbero quarti…».

La Samp, invece, nonostante un organico di tutto rispetto, non riesce a trovare continuità, incassa tanti gol e ora dovrà rinunciare anche a Coda per un mesetto. «Sono sorpreso, in negativo. In B un attacco con Coda e Tutino ce l’hanno in pochi… Ho visto una sola volta la Samp dal vivo, quando ha perso a Salerno pur avendo la partita in pugno. Mi ha dato la sensazione di una squadra che gioca con un pizzico di presunzione, tenendo presente che, sì, ha un attacco importante, ma dietro alcune cose vanno sistemate. Quella fu l’ultima panchina di Pirlo, ma adesso anche Sottil, altro mio ex giocatore, sta incontrando delle difficoltà perché la squadra alterna risultati importanti fuori casa a flop casalinghi (sono tanti i punti persi al ‘Ferraris’). Diciamo che ho molta più fiducia nel Bari che non nella Samp».

Per il Pisa può essere l’anno buono? «Credo di sì, perché 30 punti non li fai per caso. È una piazza che vive di calcio, lo stadio è quasi sempre pieno, e vedo grande convinzione nella squadra. Inzaghi ha già vinto il campionato di Serie B e sa come portare avanti il discorso nell’arco dell’anno. La classifica, lassù, dice Pisa, Sassuolo e Spezia: ecco, io credo che nessuno possa raggiungere questo terzetto. Sono le squadre migliori: il Pisa per determinazione, convinzione e capacità, il Sassuolo per rosa (in larga parte quella dell’anno scorso in Serie A), e lo Spezia per struttura perché subisce poco. Saranno loro a giocarsi la promozione diretta».

La Salernitana ha dato il benservito a Martusciello e affidato la guida tecnica a Colantuono, la classifica però è impietosa. Servirà un mercato importante a gennaio? «Il problema è se Petrachi potrà intervenire… La classifica è figlia di tutto quello che è successo nell’ultimo anno e mezzo. C’è stata una catastrofe. La retrocessione significa, poi, dover mantenere gli stipendi da Serie A di chi è rimasto… Petrachi aveva una gran voglia di rientrare, lo capisco, però ha preso una gatta da pelare non facile perché Salerno è una piazza estremamente stimolante ma anche esigente. È finito il feeling con il presidente Iervolino, la società ha preso le distanze, quindi Petrachi ha dovuto fare di necessità virtù prendendo giocatori a parametro zero o con poca spesa. Certo è che dovranno fare delle riflessioni perché secondo me la Salernitana rischia. Prima citavo il Cittadella, ecco lì se perdi 3-4 partite di seguito non succede nulla, in quanto hanno la serenità di quella che è la loro dimensione; diversamente a Salerno, cui io sono legato, è esattamente il contrario. Ora è arrivato Colantuono, al quale auguro tutto il meglio perché, come Petrachi, è un amico, ma credo che se la Salernitana non interverrà sul mercato (e non dipenderà da Petrachi bensì da Iervolino o, comunque, dalla società) questo diventerà un anno di sofferenza”.

Il Frosinone non riesce a riemergere dal fondo della classifica: quanto è complicato per una squadra costruita per un campionato di fascia alta cambiare mentalità in corsa e calarsi nella realtà della lotta per la salvezza? «Credo che la società e Angelozzi interverranno sul mercato, almeno presumo, perché è evidente che 10 punti non possono essere figli solo di una rosa non competitiva, ma anche di una difficoltà psicologica dovuta a una retrocessione immeritata. Quando scendi, quelli che hanno giocato in Serie A fanno fatica ad adattarsi immediatamente alla categoria inferiore. E se perdi un po’ di tempo, poi rischi di pagare pegno. Il Frosinone può recuperare, ma la società deve attivarsi».

Il Palermo può permettersi di rinunciare a cuor leggero a Brunori? «Il Palermo è partito con ambizioni di vittoria, è chiaro, sia per il mercato che ha fatto che per l’allenatore che ha preso. Come Bari, è una grande piazza con una tifoseria importante, ergo le aspettative sono alte. Quanto a Brunori, sì, è un buon giocatore, però non mi sembra che sposti gli equilibri. Non credo sia questo il problema del Palermo. Penso piuttosto che si tratti di un problema di squadra, mentalità, umiltà, rabbia e voglia feroce di essere protagonisti. Nel momento in cui non riesci ad esserlo, devi andare a cercare quali sono le motivazioni che non ti permettono di emergere come dovresti, vista la rosa che hai a disposizione».

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Redazione Ilovepalermocalcio