L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’andamento del Covid in Inghilterra che va ad intaccare anche il mondo del calcio, con il maxi focolaio all’interno del Tottenham.
La variante Omicron sta travolgendo la Gran Bretagna, ieri 51.342 nuovi contagi e 161 decessi, e anche il calcio inglese è tornato a vivere giornate d’incubo: Tottenham-Rennes di Conference è stata rinviata dopo l’escalation del focolaio scoppiato a inizio settimana nel club londinese, con una ventina di positività e le parole di Conte. «Abbiamo paura, ogni giorno registriamo nuovi casi. Siamo spaventati. Perché rischiare? Rispetto al giorno precedente, abbiamo nuove situazioni di positività. Domani (oggi, ndr) come sarà la situazione? Ci sarò anche io tra i contagiati? Di certo meglio il sottoscritto che un calciatore, ma penso che una situazione come questa non sia giusta per nessuno. Tutti noi abbiamo contatti con le nostre famiglie. Oggi (ieri; ndr) ho lavorato con appena 11 calciatori, ma il rischio è che nei prossimi controlli possano essere certificati nuovi casi».
La svolta Le parole di Conte sono state pronunciate nella conferenza stampa di tarda mattinata e sono state profetiche. In serata siamo arrivati a 20 casi in totale, tra prima squadra, Under 23 e staff: solo Conte, Coratti e Ventrone per ora sono negativi. L’Uefa fino al pomeriggio di ieri, impugnando le regole sul Covid, secondo le quali con 13 calciatori disponibili incluso un portiere si gioca, aveva confermato il match, ma in serata è stato annunciato il rinvio. La spinta decisiva sarebbe arrivata dal NHS (National Health Service), il servizio sanitario britannico, che in sintesi ha detto: «Ma che cosa state facendo? Non si può giocare in queste condizioni». Quando l’Uefa, pressata dal NHS, ha comunicato lo slittamento della gara, il Tottenham era in ritiro a Enfield. Il centro sportivo è stato chiuso dal governo e a questo punto è prevedibile il rinvio della gara di campionato a Brighton. Il Rennes ha contestato questa decisione: «Facciamo notare che si tratta di una scelta unilaterale presa dai responsabili del Tottenham. Ci riserviamo il diritto di rivolgerci all’Uefa».
Il caso Tottenham è il più drammatico, ma il football made in England è ormai nel pieno della quarta ondata del virus. Il premier Boris Johnson, travolto dallo scandalo dei party natalizi del 2020 organizzati dal suo governo mentre il resto del paese era in lockdown, ha annunciato ieri il cosiddetto piano B che sconfessa clamorosamente il «Freedom Day» annunciato il 19 luglio. Il Regno Unito deve fare marcia indietro dopo aver aperto in modo sconsiderato la nazione e sono in arrivo una serie di restrizioni che riguarderanno pure lo sport. Il Covid pass – equivalente del nostro Green Pass – sarà introdotto nei teatri, nella discoteche e negli stadi con capienza superiore alle 10 mila persone. Un Covid pass “light”, in linea con la discutibile gestione della pandemia tenuta finora dal governo conservatore di Boris Johnson.