Alla vigilia del match Cittadella-Venezia, il tecnico del club lagunare Vanoli ha parlato sia della gara ma anche della situazione calendari che lui stesso ritiene incomprensibile.
Di seguito le sue parole:
«Per quanto riguarda il mercato sapete la difficoltà di lavorare con il mercato aperto. Quand’è finito il mercato il direttore mi ha chiamato e mi ha detto che era finita finalmente. C’erano tanti giocatori da dover sistemare, è stato bravo perché abbiamo completato la rosa con Dembelè, un ragazzo interessante che è arrivato dal Torino. Joel ha sempre dimostrato la voglia di rimanere e sono veramente felice. Anche per lui era un peso, anche perché involontariamente era sempre martellato dalle telefonate. Ora inizia anche il suo campionato. Siamo un bel gruppo, giovane, abbiamo lavorato su tutti gli obiettivi che possono migliorare questa strada. Il Cittadella è una società modello: ogni anno fanno sempre qualcosa di importante con poco. Hanno un’idea chiara che hanno portato avanti negli anni, con degli allenatori che sono cresciuti in casa, con un direttore che conosce benissimo la categoria. Rispetto all’anno scorso li vedo veramente bene. Sono sempre aggressivi, fastidiosi. Continuano con il loro gioco. E’ una squadra che ha un’idea chiara. Dovremo essere bravi noi a soffrire. Dobbiamo essere bravi a sapere che questa è la Serie B. I derby sono partite a parte, non c’è classifica, c’è la fame di voler vincere per i nostri tifosi. Andremo in campo sempre per dare il massimo. I ragazzi stanno bene».
«Sono dubbioso sui calendari che stanno facendo: Como un giorno in più, Cosenza un giorno in più, Samp un giorno in più. Poi mi mettono il venerdì dopo la sosta con i nazionali che mi tornano due giorni prima. Per me queste sono cose assurde. Vuol dire uccidere, non ha senso un calendario così. E il Palermo che lo incontro a metà settimana, che si gioca poi posticipo? Neanche in Champions League giocano dopo due giorni. Forse sbaglio a dire queste cose qua. Alla lunga è una montagna, ma queste cose le paghi. Giusto che abbiamo il vantaggio quelle che arrivano dalla Serie A, ma il Palermo dalla A non ci arriva. Ma come fai a recuperare con questo caldo dopo due giorni? Devi sempre cambiare qualcosa per avere i giocatori freschi. Non si può recuperare in due giorni in questo campionato di Serie B, che è molto importante a livello di agonismo. So che le televisioni comandano, ma le cose devono andare bene anche un po’ a tutti. Perché siamo partiti lenti con la Samp? Perché se lo chiedono? Loro hanno avuto un giorno in più di recupero prima. Oggi sei fresco, ma alla lunga avere un giorno in più ti serve. Alla lunga i giorni che ti tolgono pesano! Difficilmente ho guardato gli altri. Per me il Palermo era già da questa estate che aveva lavorato bene, così come la Cremonese che ha scelto dei giocatori importanti. Hanno preso anche Coda, la ciliegina sulla torta. Il Parma ha fatto bene sul mercato, ha preso dei giocatori che servivano. La Reggiana anche si è mossa bene, nonostante anche la Feralpisalò è andata a prendere giocatori esperti. La Serie B è difficile. Chi scende ha delle rose già forti, chi arriva dalla C ha l’entusiasmo, che porta sempre a fare bene. Poi ci sono squadre che sanno sempre cosa fare. O la vinci con una rosa molto più forte, come il Genoa o il Cagliari, o con grande entusiasmo. Il Catanzaro, per esempio, è giovani, sono forti… Il Cittadella ha fatto tre finali. La B è molto livellata, molto difficile. Lo dico anche ai ragazzi, Serve umiltà, perché appena alzi la testa partono gli schiaffi. Con la Samp è uscito il carattere, che abbiamo iniziato ad avere solo verso la fine dell’anno scorso. Abbiamo sofferto nel primo tempo per la loro bravura e per altre cose che noi non abbiamo fatto bene, ma reagire a queste cose qui l’anno scorso è stato sempre molto difficile. Siamo andati oltre e qui noi dobbiamo migliorare. Possiamo crescere. E’ un buon segno, perché i giocatori stanno lavorando forte».
«A centrocampo ci manca lo Jajalo: Tessmann sta crescendo, ma deve ancora migliorare. E’ giovane, è stato richiamato in Nazionale dopo tanto tempo, ma ci vorrà tempo per migliorare ancora. L’obiettivo con il direttore era quello di avere giocatori coinvolti, che potessero aiutare nel corso del campionato. Non ci sono solo dodici titolari, si devono tutti giocare il posto. Ho cercato giocatori che sono giovani e che hanno vinto. Lella, Gytkjaer, Olivieri… Bjarkason decisivo nei playoff del Foggia. Vincere è un conto, ma come si fa a vincere? Al direttore ho detto che volevo gente che vuole vincere e che sa vincere. Altare e Lella sono andati sotto la curva ad esultare come se fossero qui da due anni a Genova… Questo è lo spirito che ci deve essere. Noi non eravamo capaci di avere una certa mentalità. Ancora oggi facciamo fatica, ma miglioreremo. Per Jajalo e Svoboda ci vorrà ancora un po’ di tempo. E’ un processo lungo, ma penso che sia giusto perdere del tempo adesso per averli dopo. Jajalo è qui con noi ogni giorno. Deve venirgli la voglia di giocare. L’evoluzione si vede piano piano. Gytkjaer sta lavorando bene e ha dimostra di essere un bomber, come lo era due anni fa a Monza. Sa giocare a calcio. L’importante è l’equilibrio della squadra. A volte nella costruzione di una squadra il giovane si ferma e pensa. L’anno scorso abbiamo trovato i meccanismi nell’ultimo mese e poi siamo volati. E’ un meccanismo che deve essere ancora oliato al meglio. Dalla tribuna ho sofferto tantissimo (ride ndr.). Ho visto tutto dall’alto e potevo vedere benissimo ciò che si poteva fare meglio. Ellertsson, con la Samp, ho preferito metterlo più avanti in fase di non possesso per farlo andare sul secondo centrale loro, visto che i terzini entravano molto sul campo. Era una mossa pensata. Poi ho voluto Busio su Verre, perché per me era il più pericoloso tra tutti. Nel primo tempo abbiamo aiutato loro, ma quello che abbiamo fatto nel secondo potevamo benissimo farlo nel primo. Ogni partita ha la sua strategia, ma anche il suo aspetto psicologico. Noi, domani con il Cittadella, dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo soffrire. Sono primi nelle riaggressioni, nel pressing e se siamo lenti ci azzannano. Sappiamo che partita loro andranno a fare. Potrei cambiare qualcosa domani!».