Venezia, Pohjanpalo: «Serie A? Io non posso dire nulla»
Il centravanti del Venezia, Pohjanpalo, si è espresso mediante un’intervista a “Cronache di Spogliatoio”.
Di seguito le sue parole:
«Il calcio è importante, ma alla fine della giornata siamo solo umani, dovremmo goderci così come è, il calcio è solo parte di tutto questo, non è tutto. Credo sia importante mostrarti in campo e fuori per quello che sei e non cercare di essere qualcosa che la gente si aspetta da te. In particolare, in Italia o Germania o in grandi nazioni calcistiche la gente si aspetta certe cose dai giocatori. Si aspettano che tu faccia questo e quello, fai sempre in questo modo o in quel modo. Credo sia importante rendersi conto che ognuno è la propria persona e ha le proprie preferenze. A loro piace fare cose diverse e non significa che sia giusto o sbagliato. A fine giornata quando andiamo in campo diamo tutto, ma quando le partite finiscono è anche vita normale.
Qualcosa che Vanoli mi ha detto e mi ha cambiato? Ci penso un attimo. Sicuramente qualcosa è cambiato. Non c’erano gol. È arrivato e all’improvviso c’erano un sacco di gol, non solo io. Mi ha detto tipo ‘la partita l’hai giocata molto bene, ma la cosa principale per te è che non devi giocare sempre benissimo, per me sei il numero nove e il tuo obiettivo è che devi fare gol. Quando lo fai sono felice’. Alla fine, se sei un attaccante fai gol, è il tuo lavoro. Se li fai hai fatto il tuo lavoro.
Al Bayer Leverkusen hai imparato a vivere nel gegenpressing? Nel pressing e dal punto di vista del tempo, ovvio, la Germania è rinomata per la sua rapidità di gioco, ci sono un sacco di contropiedi. È qualcosa di molto diverso per esempio dall’Italia. Le partite vanno avanti e indietro un sacco di volte. Il saluto della squadra quando sono andato in visita? Sì ho giocato tanto tempo là e ho ancora tanti amici là. Quasi tutto lo staff è lo stesso. È sempre bello andare a vederli, ancora di più adesso che non hanno ancora subito una sconfitta. È bellissimo andare là a vedere una partita. Stesso ristorante di Xabi Alonso? La sera prima della partita, se vinci quattro a zero puoi andare a mangiare dove vuoi questo è verissimo.
Superstizioso? No, so che gli italiani lo sono. Serie A? Io non posso dirlo, altrimenti mi ammazzano sai? (ride ndr).
La scelta di vivere a Venezia? Era molto chiaro per me quando l’opportunità è arrivata di venire qui, abbiamo firmato subito e abbiamo iniziato a pensare a dove vivere. Era evidente che dovevo vivere a Venezia, un’occasione rara per abitare in una delle città più affascinanti al mondo. Se devo essere sincero molti nel club mi ritenevano folle, ma ora comprendono la mia scelta. Esultanza del gondoliere? La cosa del gondoliere era divertente. I tifosi lo volevano da mesi, me lo dimenticavo sempre, ma ora me ne ricordo. La firma del rinnovo evento? Ricordo che avevo postato un video annunciando che il giorno dopo ci sarebbe stato qualcosa di grande. La gente poteva già immaginarsi cosa fosse, ma è stato bello vedere così tante persone. È stato molto bello, molte persone per strada e a Venezia le strade sono piccole quindi sembrava molto pieno».