L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla vicenda che riguarda la Reggina dopo la perquisizione della Guardia di finanza.
Situazione decisamente spiacevole quella venutasi a creare attorno alla Reggina, capolista con il Bari. Tra pignoramenti e visite della Guardia di Finanza, si sta creando un certo imbarazzo in un ambiente che sul campo sta viaggiando a gonfie vele. Le notifiche riguardano scorie economiche lasciate in eredità dalla gestione Gallo. Debiti pregressi che la nuova proprietà in tempi brevi cercherà di ripianare. L’ultima nota stonata è datata martedì, quando la Finanza ha fatto visita alla sede sociale.
I fatti. Un professionista reggino, per ottenere le proprie spettanze, è stato costretto a notificare un atto di pignoramento nella sede della società preposta alla prevendita dei biglietti della Reggina per un importo di circa 30 mila euro. Pare che, precedentemente a quest’ultimo pignoramento, alla società terza siano stati notificati altri sequestri per un importo complessivo di circa 150 mila euro. La Reggina dovrà suo malgrado provvedere a sanare la situazione. La Finanza inoltre, su richiesta della Procura di Bari, vuole fare luce su una sponsorizzazione (fittizia?) di una azienda con sede a Lecce. L’attuale proprietà della Reggina ha preso le distanze dopo la perquisizione: «Non è stato acquisito né richiesto alcun documento riguardante l’attuale gestione o proprietà, che non è in alcun modo coinvolta e non ha mai avuto nessun rapporto con i soggetti sotto inchiesta».