Varianti Covid, Ecdc: «Rischio alto». Allarme per quella inglese, Pregliasco: «Possibili guai in 3-4 settimane»
È allarme variante inglese. Il rischio associato a un’ulteriore diffusione del Covid nell’Ue è «attualmente valutato come alto-molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili», scrive l’Ecdc nella sua analisi del rischio che prende in considerazione anche le altre due varianti, quella sudafricana e quella brasiliana. Per il Centro europeo per il controllo delle malattie i paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione, poiché le varianti hanno «maggiore trasmissibilità» e potrebbero «determinare una maggiore gravità della malattia», e «i vaccini con licenza esistenti» potrebbero essere efficaci «solo parzialmente o in gran parte meno efficaci».
Secondo i dati disponibili all’Ecdc, la variante B.1.1.7 (inglese) è attualmente molto più diffusa e abbondante nell’Ue rispetto alle varianti brasiliana e sudafricana. «Raccomandiamo agli Stati membri di continuare a sviluppare o aumentare le loro capacità di sequenziamento insieme a misure complementari come test, ricerca dei contatti, isolamento dei casi e messa in quarantena dei loro contatti», ha detto la direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon. La chiusura delle scuole, ricorda l’Agenzia, dovrebbe rimanere una misura di ultima istanza, strutturata in base all’età degli studenti, dai più grandi ai più piccoli. L’Ecdc ribadisce inoltre di essere a favore di «un certificato di vaccino per Covid-19 che documenterebbe se a qualcuno è stato somministrato il vaccino, il numero di dosi e il tipo di vaccino somministrato per scopi medici». Non si tratta di un «passaporto vaccinale», che anche se sostenuto da diversi paesi, vede l’Ecdc scettico perché «non vi sono prove sufficienti sull’efficacia della vaccinazione nel ridurre la trasmissione ai viaggiatori esenti con prova di vaccinazione da quarantena e/o test». I viaggi non essenziali dovrebbero essere evitati, prosegue l’Agenzia. La stanchezza da pandemia, cioè la mancanza di motivazione nel seguire le misure protettive, «sembra aumentare in alcuni contesti, e questo deve essere affrontato con urgenza se si vogliono evitare ulteriori ondate di infezione».
Pregliasco: siamo sul filo del rasoio
Sulla variante inglese oggi è intervenuto anche il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, secondo il quale «i numeri attuali di Covid-19 suggeriscono che siamo sul filo del rasoio, in una situazione che rischia di peggiorare, e il prossimo futuro deve essere di grande attenzione continua». Secondo il virologo, infatti, la variante inglese potrebbe espandersi e «in 3-4 settimane rischiamo di trovarci nei guai in alcune aree, dove potrebbe diventare predominante nel giro di questo poco tempo», sottolinea Pregliasco all’Adnkronos salute.
«È un problema e viaggia veloce – prosegue – In Lombardia, per fare un esempio, siamo al 30%. In Italia si rischia un andamento via via a macchia d’olio, con alcune aree che vedranno questa variante predominare in breve tempo, prima di altre. Se la variante Gb si diffonde, l’effetto sarà la risalita della curva» della pandemia da coronavirus.
Poi il virologo ha parlato anche della letalità: «E poi non è chiaro se questa variante è anche più letale. I dati ancora non sono così robusti, ma qualche segnale di maggior letalità c’è». Inoltre un’eventuale esplosione della curva dei contagi legati alla variante potrebbe influire negativamente anche sulla campagna vaccinale perché «se siamo in una situazione epidemiologica non entusiasmante diventa più complessa la vaccinazione», così Pregliasco.
Perché «se la struttura sanitaria è impegnata nel trattamento dei malati Covid e nell’affrontare l’impatto dell’epidemia, diventa un problema in più gestire la convocazione per le iniezioni scudo. E il risultato “real life” che vediamo all’estero, nelle aree in cui la campagna di immunizzazione è più avanti, mostra quanto sia importante vaccinare in fretta», conclude il virologo dell’Università degli Studi di Milano.