“Attraverseremo due settimane molto, molto dolorose”. A dirlo è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel consueto briefing serale sull’emergenza Coronavirus. Una conferenza nella quale, per la prima volta, gli esperti della task force governativa hanno illustrato i modelli statistici e le proiezioni: negli Usa sono previsti da 100mila a 240mila morti se le misure di distanziamento sociale saranno rispettate, mentre domenica la cifra si fermava a 200mila vittime. Al momento, secondo i dati della Johns Hopkins University, le vittime hanno superato quota 4mila e nel Paese si contano più di 189.500 casi e oltre 7mila guariti.
“Voglio che tutti gli americani siano pronti per i giorni difficili che ci aspettano”, ha detto il presidente, prevedendo però che dopo le prossime due o tre settimane sarà possibile “cominciare a vedere la luce in fondo al tunnel”. “Non è un’influenza”, ha ammesso il tycoon dopo averla a lungo definita così minimizzandone il pericolo, tanto che la scorsa settimana pensava di riaprire il Paese per Pasqua. Domenica invece ha prorogato per un mese, fino al 30 aprile, le linee guida sul distanziamento sociale e oggi ha annunciato che sta valutando lo stop ai viaggi dal Brasile e da diversi altri Paesi. Secondo gli esperti Anthony Fauci e Deborah Birx, senza alcuna restrizione le vittime sarebbero da 1,5 a 2,2 milioni e il picco sarà a metà aprile, con una media di oltre 2.000 decessi al giorno contro gli 800 circa di oggi. I due massimi esperti della task force confidano nelle restrizioni, che a loro avviso funzionano “come sta dimostrando il caso dell’Italia, dove la curva della diffusione del coronavirus comincia a scendere”.