Under 17: El Hilali, l’ultimo no alla maglia azzurra. La Figc: «Chi rifiuta, fuori per sempre»

“Mattia El Hilali è un ragazzo del 1998. È nato in Italia da papà marocchino e mamma italiana, gioca da centrocampista nel Milan e sta provando a diventare un calciatore. Sembra sulla strada giusta: ha sempre giocato nelle nazionali giovanili italiane e a maggio 2015 è stato convocato per l’Europeo Under 17. Mattia nell’ambiente delle nazionali è l’uomo della settimana. Ieri l’Italia Under 18 ha vinto 6-0 contro il Belgio a Caldogno, in provincia di Vicenza: un partitone, ma Mattia non c’era. Nei giorni scorsi ha fatto sapere al c.t. Baronio e alla Figc di sentirsi in dubbio, in sospeso, combattuto tra Italia e Marocco. Maurizio Viscidi, vice coordinatore delle nazionali giovanili, ha reagito da papà severo: «È già il quarto caso, siamo amareggiati del fatto che certi giocatori non scelgono la maglia azzurra per conti personali. Essendo noi una grande famiglia, se si rifiuta la maglia dell’Under 18 non c’è posto neanche nelle altre successive squadre nazionali». Tradotto: in questi anni multiculturali, la Federcalcio sceglie di essere rigida. Al primo dubbio, alla prima convocazione non accettata, un giocatore sarà escluso per sempre dall’azzurro. Niente nazionali giovanili, niente Nazionale A. Per capire e giudicare, servono spiegazioni. I TRE PRECEDENTI La prima riguarda la decisione: Viscidi ha espresso concetti suoi ma soprattutto di Antonio Conte, coordinatore delle giovanili. Il c.t. insiste sul concetto di appartenenza e tutto il gruppo di lavoro delle nazionali non ha gradito tre casi recenti. Hachim Mastour nel 2015 è passato dalla nazionale italiana a quella marocchina e la Figc sospetta sia accaduto anche per una polemica sull’utilizzo fuori ruolo – in fascia, non al centro – in una partita dell’Italia Under 16. Pedro Almeida, ragazzo del 2000, ha scelto il Portogallo dopo essere stato capitano azzurro con l’Under 15. José Mauri, nato in Argentina, ha accettato la chiamata dell’Under 21 italiana ma non quella dell’Under 20: si sente argentino. La sensazione è che, anche nella testa di El Hilali, abbia pesato una recente esclusione dai convocati. Ancora Viscidi: «È comprensibile che un calciatore chieda la cessione in un club. Una nazionale però non può essere oggetto di trattativa. Noi investiamo anni di lavoro per preparare e migliorare i ragazzi: se cambiano maglia, abbiamo lavorato per un’altra nazione». IN BILICO El Hilali forse comprenderà ma probabilmente oggi si sente più marocchino che italiano. Si è fatto fotografare con una maglia del Marocco, papà spinge per il Paese di origine e la federazione di Rabat lo corteggia. Una convocazione per il Marocco Under 21, livello ancora molto lontano in Italia, non è da escludere. Probabile che la lettera spedita dal Milan, ovviamente con il suo assenso, deciderà per lui: la richiesta di una pausa di riflessione vale la sua esclusione dall’azzurro e un messaggio mandato dalla Figc a tutti i ragazzi. Non sono pochi quelli che possono scegliere. In Under 21 gioca Kingsley Boateng, che sente un qualche richiamo per il Ghana. In Under 19 para Emil Audero, nato in Indonesia, e sulla fascia c’è Llamas Acuna, convocabile dalla Spagna. In Under 18 contro il Belgio ha giocato Zakaria Hamadi, italo-marocchino come El Hilali. Nell’Under 17 è stato chiamato Moise Kean, mentre nell’elenco dei convocati Under 16 si sono visti Zaccaria Sdaigui, italo-marocchino, e Alessandro Ashmetaj, che potrebbe giocare per l’Albania. Elenco parziale, ovviamente: in Italia non c’è lo «ius soli» – non basta nascere qui per essere italiano – ma l’immigrazione moltiplicherà i casi alla Balotelli, alla Vazquez, alla Camoranesi. El Hilali, senza volerlo, è diventato un simbolo. Compirà 18 anni tra una settimana, ma ha già dovuto scegliere la maglia della vita: comprensibile, probabilmente giusto, anche un po’ crudele”. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “La Gazzetta delo Sport”.