Una retrocessione diretta in meno e una Lega per B e C. Il calcio italiano verso il cambio delle regole
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle nuove regole nel calcio italiano.
Una retrocessione (diretta) in meno e l’accorpamento in un’unica Lega di Serie B e Serie C, permettendo così di cambiare i pesi all’interno dell’Assemblea Federale. E’ questo ciò che ha messo sul tavolo Gravina, ieri, partecipando all’Assemblea di Serie A. Il macro tema, evidentemente, è quello della riforma del calcio italiano. E, in questo senso, il numero uno di via Allegri è andato incontro alle esigenze della massima categoria. A cominciare dall’accantonamento dell’idea di ridurre da 20 a 18 le squadre del campionato di A. Mentre dovranno calare quelle in C, attraverso norme più severe di iscrizione e il blocco dei ripescaggi. Di contro, far scendere le retrocessioni in B da 3 a 2 (rimarrebbe il play-out tra terz’ultima e terza dei cadetti) permetterebbe, nel caso, di trattenere nei ricavi da spartire una parte del paracadute. Inoltre, con una componente federale in meno, concedere margine per alzare il peso della serie A, attualmente al 12%, dentro all’Assemblea Generale.
VOCE ALTA. Al di là delle aperture di Gravina (anche sulla possibilità di rivedere i contratti dei calciatori in caso di retrocessione dalla A alla B), al quarto piano di via Rosellini qualche attimo di tensione c’è stato. Tanto per cominciare, con una serie di interventi dei dirigenti, la massima categoria ha messo in chiaro che non accetterà l’eliminazione del diritto di veto. La voce, invece, l’hanno alzata Campoccia e Lotito. Il primo per lamentarsi per la gara a porte chiuse assegnata all’Udinese, conseguenza degli insulti razzisti a Maignan, comunque circoscritti a pochi tifosi. Mentre il secondo se l’è presa con Calcagno, colpevole di aver favorito l’abolizione del Decreto Crescita. «E’ il vicepresidente federale», ha gridato Lotito. Con Gravina che lo ha subito invitato ad abbassare il tono della voce.
PIANO STRATEGICO. All’uscita di via Rosellini, il presidente federale è stato molto conciliante: «È stata una tappa di avvicinamento. Vedo una Serie A particolarmente vogliosa di centrare un progetto di evoluzione e di sviluppo del calcio italiano. Questo mi fa stare molto più tranquillo». Ora Gravina invierà al governo un piano strategico, realizzato con la consulenza di Deloitte. Dovesse realizzare il suo piano, accontentando la serie A, metterebbe a segno un vero colpaccio. Dovrà fare attenzione, però, a chi continua a preferire uno scenario meno limpido, ma con più possibilità di insinuarsi e fare i propri interessi. Nessun accenno, invece, sulla questione arbitrale. Ma Casini ha sottolineato la «disponibilità a contribuire al miglioramento dell’applicazione delle norme». Infine, è stata approvata la distribuzione dei ricavi extra diritti audio-visivi, in base alla posizione in classifica.