Una Dea da NBA, nuova era con Pagliuca e soci Usa: «Atalanta e Celtics, stessi valori»

during the UEFA Champions League group C match between Atalanta and Shakhtar Donetsk at Stadio Giuseppe Meazza on October 1, 2019 in Milan, Italy.

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla cessione dell’Atalanta.

Una svolta epocale per un altro salto nel futuro: il più alto e il più lungo fra quelli spiccati negli ultimi dodici anni, quelli della seconda era Percassi, dall’Atalanta. Che era un affare di famiglia e ora, dopo una trattativa iniziata circa due mesi e mezzo fa, diventa una “famiglia” italo-americana che punterà a fare della Dea un affare sportivo. Nel senso di espressione più concreta di una «partnership che si pone l’obiettivo di rafforzare la società e la squadra, per conseguire un ulteriore miglioramento dei risultati sportivi ed economici». Ma anche «una ulteriore diversificazione e crescita dei ricavi».

Dunque l’accelerazione dello sviluppo del club per farlo diventare sempre più competitivo e redditizio: è uno dei passaggi più importanti, diciamo pure il passaggio-chiave, del comunicato del club nerazzurro con cui ieri nel primo pomeriggio è stato ufficializzato il ventilato accordo tra la famiglia Percassi (assistita da BofA Securities in qualità di advisor finanziario) e un gruppo di investitori guidato dall’imprenditore italo-americano Stephen Pagliuca e assistito da Legance e Kirkland & Ellis in qualità di advisor legali. Pagliuca è «Managing Partner e Co-owner dei Boston Celtics, oltre che Co-chairman di Bain Capital, uno dei principali fondi di investimento al mondo». E la sua cordata, si specifica, «comprende professionisti di primo piano con una profonda esperienza nel settore del calcio e dello sport in genere». I soci di Pagliuca al momento sono due, entrambi statunitensi: la ripartizione della loro partecipazione azionaria sarebbe ancora da definire, ma sicuramente costituiranno una società che farà da soggetto giuridico alla loro intesa.

Quote e obiettivi. I capisaldi dell’accordo sono quelli anticipati già ieri. Numero uno, le quote: i nuovi investitori entrano in società con un pacchetto complessivo del 55% nel capitale sociale della “Dea Srl”, sub-holding della famiglia Percassi che detiene l’86% del capitale sociale dell’Atalanta, il cui restante 14% non cambia proprietari (i soci di minoranza già esistenti). L’altro 45% ai Percassi, che dunque controlleranno direttamente il 38% dell’Atalanta, valutata complessivamente circa 400 milioni. Numero due, gli obiettivi: dall’«aumento della notorietà del brand anche fuori dai confini europei», all’«ampliamento della rete dei talenti», all’«opportunità di nuove collaborazioni commerciali», fino all’«utilizzo di tecnologie innovative per la gestione sportiva e finanziaria del club». In due parole: un’Atalanta più internazionale e più forte.

La governance Numero tre, la governance del club: «espressione di una partnership paritetica». Dunque come previsto Antonio Percassi resta il presidente, come dal giugno 2010, e Luca l’amministratore delegato. Stephen Pagliuca, che si può considerare il capo cordata e dunque l’uomo operativo del gruppo americano, verrà nominato Co-chairman del Club. E proprio Pagliuca, che ha una quota di partecipazione nella proprietà dei Boston Celtics, storica franchigia della Nba, con le sue prime parole “nerazzurre” ha dato il senso della scelta fatta con i suoi soci: «L’Atalanta e i Boston Celtics condividono gli stessi valori sportivi: spirito di squadra e un legame unico con le proprie tifoserie e comunità».

Vista dal Sindaco. Lo stesso che hanno i Celtics con Boston e i tifosi biancoverdi: ma da ieri Steve Pagliuca sarà anche un po’ nerazzurro. Come lo è da tempo il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che dopo il più stretto riserbo tenuto nei giorni scorsi, ieri ha salutato l’ingresso degli investitori statunitensi come «una buona notizia, se si tratta della premessa per un ulteriore rilancio del progetto sportivo e delle ambizioni del club. L’elemento di garanzia, che fa la differenza anche rispetto ad altre operazioni di questo tipo, è la conferma ai vertici del club di Antonio e Luca Percassi. Gli ultimi anni sono stati complicati per il calcio e un’iniezione di capitale può consentire all’Atalanta, patrimonio della nostra città, di rimanere nelle posizioni di testa del calcio italiano e di consolidare la propria posizione sulle scena internazionale».