Non ci sono più parole per descrivere l’attuale situazione in casa Palermo. Contro la Lazio è arrivata la settima sconfitta consecutiva in serie A, record negativo nella storia del calcio italiano, nonché settima tra le mura amiche del Renzo Barbera. Un Renzo Barbera sempre più vuoto e desolato che saluta la squadra tra i fischi e le contestazioni ai danni di Zamparini.
Una partita, quella contro i biancocelesti, in cui i rosanero, a modo loro, hanno tentato di giocarsela ma senza particolare convinzione. Al 31′ Milinkovic segna il gol del vantaggio. Per quasi un’ora di gara, Nestorovski e Diamanti brancolano nel buio. Un paio di occasioni sprecate, un paio di tiri da lontano e niente più. Questa la breve sintesi dell’anticipo dell’ora di pranzo, ancora una volta indigesto per il Palermo ed i suoi tifosi. Se è vero che contro la Lazio, attuale terza forza del campionato, non era facile far risultato, è altrettanto vero che la squadra di De Zerbi sul campo non ha messo nulla di diverso rispetto alle ultime uscite.
Poca concretezza e ritmi non proprio rapidi, unite a ingenuità e carenze individuali: evitabile il fallo da espulsione di Gonzalez, Diamanti troppo nervoso viene sostituito ad inizio ripresa ed Aleesami, colui che fino a qualche gara fa era l’unico della rosa a salvarsi, ha perso la retta via come il resto dei compagni. Nessun grido stavolta da Iljia Nestorovski, che nel primo tempo ha sprecato un’occasione d’oro per il pareggio. Ma inutile prendersela con il macedone, da soli non si risolve una partita, a meno che non hai un altro nome scritto sulle spalle.
Chissà se anche stavolta De Zerbi resterà a galla, di certo c’è che a questo Palermo urge una scossa. Una di quelle forti. Il pensiero di tifosi e addetti ai lavori è che questo Palermo non sia nelle condizioni psico-fisiche di salvarsi. I segnali dal campo, e non solo, dicono che la salvezza rischia di diventare un’utopia. La classifica inizia a preoccupare, gennaio dista ancora quattro giornate e domenica il Palermo giocherà al “Franchi” contro la Fiorentina. Basta scuse, è arrivato il momento di svegliarsi!