Un siciliano alla guida del Palermo. L’Europa con l’Udinese e il calcio offensivo: chi è Pasquale Marino

Il Palermo si prepara a ripartire dopo la catastrofe della C evitata in extremis. Una nuova proprietà, un nuovo quadro dirigenziale, un progetto fondato sui giovani nell’ottica di una ricostruzione totale. Un’attenta ristrutturazione del club in tutte le sue parti dunque, compresa la panchina, che sarà occupata da un allenatore siciliano, di Marsala per la precisione, Pasquale Marino. È lui l’uomo dal quale la nuova società targata Arkus Network e il direttore generale Fabrizio Lucchesi hanno scelto di ripartire. Dopo il toto allenatore impazzato in seguito alla separazione con Delio Rossi, il Palermo si affida a un tecnico navigato, abituato a far crescere i giovani, fautore del bel gioco. In passato Marino era già stato accostato alla squadra rosanero, ma con la precedente gestione legata all’ex patron Zamparini, le parti non erano mai giunte a un punto d’incontro. Adesso però, la storia è diversa, nelle prossime ore arriverà l’ufficialità dell’accordo sulla base di un contratto biennale.

La storia da allenatore di Pasquale Marino, classe 1962′, parte in maniera imponente dall’esperienza con il Ragusa, arrivata dopo la primissima volta da allenatore che risale alla stagione 1997-1998 alla guida del Milazzo. Marino ottiene subito due promozioni consecutive e proprio con il Ragusa raggiunge prima la serie D e poi la C1. Nel 2002-2003, il tecnico originario di Marsala, passa poi al Foggia, dove conquista ancora una volta la promozione in serie C1 attirando su di sé le attenzioni dell’Arezzo in serie B. È nella stagione 2006-2007 che però avviene il grande salto in serie A con il Catania. Marino conduce gli etnei al secondo posto della serie cadetta riportando così la squadra nella massima serie dopo ben 23 anni di assenza.

Poi arriva la consacrazione: l’Udinese. Con i friulani il tecnico siciliano ottiene la qualificazione alla Coppa Uefa durante la sua prima stagione. Nell’anno successivo Marino prova a fare ancora meglio, portando l’Udinese in vetta alla classifica della serie A dopo nove giornate e ottenendo a fine stagione un piazzamento al 7° posto che non è valso la qualificazione alla Coppa Uefa a causa della Lazio che all’epoca dei fatti vinse la Coppa Italia.

La storia del tecnico però non è tutta rose e fiori, e non sono certo mancati i passi falsi. Nel 2009 viene chiamato alla guida del Parma non riuscendo però a lasciare il segno, tanto che l’esonero arriva quasi a ridosso del termine della stagione, con i ducali al quart’ultimo posto. Poi l’esperienza al Genoa, dove nel 2011 prende il posto di Malesani a dicembre e viene poi esonerato ad aprile dopo aver ottenuto 3 vittorie, 4 pareggi e  7 sconfitte. Poi ancora le esperienze a Pescara, Vicenza, Frosinone, Brescia, e per ultima La Spezia, dove quest’anno ha condotto la squadra ai playoff di serie B.

Lo stile e l’eleganza del tecnico marsalese, sono cose ormai note, tanto che nell’ambiente viene definito come un «signore». Garbo, pacatezza, e rispetto sono le caratteristiche lo contraddistinguono: a tal proposito è bene ricordare le sue dimissioni da tecnico del Frosinone, dopo che i ciociari erano arrivati ai playoff di serie B. In quell’occasione lui stesso si prese la colpa della mancata promozione diretta: «Per rispetto verso la società, verso i tifosi e, se mi consentite, verso me stesso, siccome il Frosinone ha fallito l’obiettivo, io, che sono l’allenatore, è giusto che mi dimetta».

Parlando da un punto di vista squisitamente tattico, Pasquale Marino è un tecnico che nel proprio credo ha la ricerca del «bel gioco». Nel corso della sua carriera ha utilizzato prevalentemente tre centrocampisti e tre punte. Nella scorsa stagione il suo Spezia ha sorpreso con il 4-3-3, facendo emergere giovani piuttosto interessanti come Okereke. Attenzione però, guai a pensare che sia un allenatore che si “fossilizza” sui moduli di gioco. In più occasioni ha dimostrato di sapersi adattare all’organico a disposizione, anche se allo stato attuale delle cose, a Palermo sarà proprio lui a costruire la «propria» rosa, visto che con lui il club rosanero ha scelto di aprire un ciclo.

Dopo giorni di attesa dunque, ecco il primo tassello del puzzle che si va a comporre piano piano. Il Palermo riparte da Pasquale Marino per provare a costruire basi solide in vista di un ritorno in serie A.

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Gabriele Licari