Alla vigilia della seconda giornata di serie A i tabloid parlavano chiaro: un’Inter chiamata a vincere ad ogni costo per spazzare via gli accenni di polemiche dopo la disastrosa uscita contro il Chievo incontra sulla sua strada un Palermo spento, poco offensivo e considerato la bestia sacrificale ideale per far ripartire la marcia nerazzurra. L’esito sembrava scontato ed invece ad uscire dalla mischia di San Siro è un pareggio che alla fine conta molto di più proprio per i rosanero, autori di una prestazione di tutto cuore.
Nonostante l’assenza di un attaccante di mestiere sia ancora evidente, con Nestorovski e Balogh incapaci fino a questo momento di reggere la pressione del campionato italiano, gli uomini di Ballardini hanno saputo rendersi ugualmente pericolosi, già a partire dai primi minuti di gioco quando Goldaniga si divora un gol sugli sviluppi di un calcio di punizione. L’attacco del Palermo ha bisogno di essere soltanto revisionato con qualche giusto innesto, non certo rifondato da zero: prima di uscire per un infortunio Quaison è stato il migliore dei suoi e anche Sallai, nel corso della seconda frazione di gioco, ha lasciato intravedere colpi di grande qualità.
Dall’altro lato l’allenatore ravennate può contare su una difesa che si lascia prendere dal panico troppo facilmente (da rivedere l’entrata da dietro di Goldaniga su Icardi) ed a volte disordinata, ma comunque di sostanza e soprattutto supportata da un Posavec che va via via acquisendo sempre più personalità. E’ stata però la linea centrale il reparto a dare più soddisfazione ai tifosi rosanero, che spesso e volentieri hanno potuto ammirare dei fraseggi eccellenti tra gli esterni ed i centrocampisti: Gazzi e Chochev sembrano intendersi a meraviglia, Aleesami è stato il motore principale di un gioco fatto di grinta e di ripartenze (andando anche vicino al gol al minuto 42′, in seguito all’uscita scomposta di Handanovic) e Rispoli si è reso autore della prima marcatura in serie A, grazie ad un tiro sporcato da Santon.
Certo, l’avversario di turno si chiamava comunque Inter: molte volte le qualità individuali degli uomini di de Boer hanno messo in difficoltà il Palermo, che ha sofferto soprattutto a metà del primo tempo, quando al minuto 32 Andelkovic ha fermato sulla linea della porta la conclusione di Medel e due minuti più tardi Posavec si è superato sul tiro a botta sicura di Perisic, e dopo l’entrata di Candreva, che ha rilevato uno spento Eder portando grinta nel gioco nerazzurro e propiziando, dalla fascia destra, il pareggio al minuto 73 targato Icardi nonché un pericolosissimo colpo di testa di Banega nato da un’azione pressoché simile. Nonostante questo, comunque, anche i supporters più scettici non hanno potuto fare a meno di constatare che la squadra c’è e ad oggi, rispetto al Sassuolo, appare in netta crescita: gli innesti di Diamanti e di Bruno Henrique, arrivati ieri sera in città insieme alla squadra, non potranno che fare bene nella creazione delle manovre soprattutto offensive e l’arrivo di un centravanti di mestiere (resta ancora vivo il sogno Balotelli) che sappia fare il suo lavoro davanti alla porta potrà rappresentare il colpo definitivo per iniziare davvero a credere che il futuro del Palermo in questa stagione possa riuscire ad essere più rosa che nero.