Come cambia il colore delle regioni in base alle fasce di rischio coronavirus? Il ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, sta per firmare le nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da domani, domenica 24 gennaio. La Sardegna dovrebbe passare da zona gialla a zona arancione. La Lombardia, in seguito alla relazione tecnica dell’Istituto superiore di sanità, passa da zona rossa a zona arancione: la conferma è arrivata dal governatore Attilio Fontana. “La sfida contro il virus è ancora dura. Ma questa settimana, in Italia, abbiamo nuovamente Rt sotto 1. È un risultato incoraggiante che ci dice che le misure prese durante le vacanze di Natale hanno funzionato. Dobbiamo continuare sulla strada della prudenza per resistere nelle prossime settimane e intensificare ancora la campagna di vaccinazione”, ha scritto Speranza stamattina su Facebook.
Ma andiamo con ordine. Dopo cinque settimane di crescita ininterrotta, scende l’indice di trasmissibilità Rt (collocandosi a quota 0,97) e calano anche i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Ma è troppo presto per pensare ad un’effettiva inversione di rotta della curva epidemica. I dati dell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità indicano che “le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato e che bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie”, ha sottolineato il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. L’ultimo bollettino coronavirus pubblicato ieri registrava 13.633 nuovi casi su 264.728 tamponi, di cui 149.692 processati con test molecolare. I decessi registrati ieri ore sono 472, in lieve calo rispetto ai 521 di giovedì. Continuano a scendere le terapie intensive, con il saldo tra ingressi e uscite che si attesta a -28. Leggermente sotto la media anche il dato netto degli ingressi nei reparti di area critica: ieri 144.
Alla conferenza stampa al ministero sui dati del monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia, il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha detto che “gli Rt puntuali a 14 giorni in molte regioni italiane si trovano sopra 1. Vediamo sempre un po’ di discrepanza tra Rt e incidenza: Rt ci dice il trend che vedremo in futuro, ma incidenza può anche essere alta. Ciò vuol dire che le cose vanno male per numero di casi ma vanno bene perché avremo meno casi in futuro, i dati non sono discordanti ma bisogna saperli interpretare”. “Sono state segnalate già alcune decine di casi di variante inglese di Sars-Cov-2 in Italia. C’è un link con l’Inghilterra, ma ci sono anche dei focolai che stiamo esaminando. Se questo possa determinare un innalzamento delle misure, è un argomento che stiamo prendendo in considerazione”, ha aggiunto Rezza.
La Lombardia, come detto, va in zona arancione dopo che un “errore” nel calcolo dell’Rt la settimana scorsa aveva fatto scattare le misure più restrittive previste per la zona rossa. Ed è scambio di accuse tra la regione e il governo su chi debba assumersi la responsabilità della valutazione errata. Il dato incriminato su cui si consuma lo scontro riguarda l’Rt ed è quello del monitoraggio relativo alla settimana dal 4 al 10 gennaio, aggiornato al 13, quindi 48 ore prima della riunione della cabina di regia che ha decretato la zona rossa. Fontana ha dato la colpa all’Iss parlando di “realtà manipolata”.
Il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza con cui si annullano gli effetti di quella del 16 gennaio che aveva inserito in zona rossa la regione Lombardia, che rientra in zona arancione. L’ordinanza ha validità dal giorno della pubblicazione in Gazzetta ufficiale per 15 giorni. La decisione, si legge nell’atto, è stata presa “in ragione degli elementi sopravvenuti conseguenti alla rettifica dei dati operata dalla regione Lombardia ora per allora, come certificati dalla cabina di regia”.
Resta ‘aperta’ la provincia di Bolzano, anche se si va verso la conferma della zona rossa. L’attuale regime, con negozi e bar aperti (fino alle ore 18) e scuole in presenza, è stato per il momento confermato. Come si apprende dalla giunta provinciale, “l’Iss assegna all’Alto Adige un Rt al 1,03, rispetto all’1,50 della settimana scorsa. Il numero dei pazienti in terapia intensiva é in calo (ieri erano 24, rispetto ai 30 all’inizio della settimana) ed é perciò attualmente sotto la soglia allarme”. La provincia autonoma di Trento invece potrebbe essere la prima ad andare dalla zona gialla a quella bianca, con la riapertura di tutte le attività e con spostamenti liberi. Ma non è certo che il via libera sia immediato.
Nel Lazio il valore Rt è in calo di nuovo sotto a 1 a (0,93) ed è classificata a rischio moderato nel nuovo monitoraggio. La regione dal 17 gennaio è in zona arancione. La Sardegna potrebbe passare da zona gialla ad arancione: è stata classificata a rischio alto con un Rt a 0,95. Nuovi focolai nelle case per anziani e superamento del limite del 30% di occupazione delle terapie intensive individuato dal ministero della Salute: queste, spiega all’Ansa l’assessore della Sanità Mario Nieddu, le ragioni per cui la Sardegna è diventata regione a “rischio alto”, ed è prossima – non appena sarà certificato dall’ordinanza di Roberto Speranza – a passare in zona arancione. La Sardegna ha superato la soglia tollerata per le terapie intensive dell’1%. La Sicilia, zona rossa, è ancora classificata a rischio alto nel nuovo monitoraggio Iss, con un Rt a 1,27. Il presidente della regione, Nello Musumeci, ha avvertito sul rischio di un “lockdown” fortemente restrittivo, come quello della scorsa primavera.
Le dieci regioni con Rt sopra 1
Attualmente sono dieci le regioni con Rt sopra 1. Molise e Sicilia guidano la classifica dell’Rt rispettivamente con 1.38 e 1.27. Questo il quadro degli Rt puntuali regione per regione contenuto nella bozza del 36/o monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute con dati al 20 gennaio 2021 relativi alla settimana 11/1/2021-17/1/2021.
Abruzzo 1.05
Basilicata 1.12
Calabria 1.02
Campania 0.76
Emilia Romagna 0.97
Friuli Venezia Giulia 0.88
Lazio 0.94
Liguria 0.99
Lombardia 0.82
Marche 0.98
Molise 1.38
Piemonte 1.04
PA Bolzano 1.03
PA Trento 0.9
Puglia 1.08
Sardegna 0.95
Sicilia 1.27
Toscana 0.98
Umbria 1.05
Valle d’Aosta 1.12
Veneto 0.81