Ulivieri: «Caos Palermo, Iachini non meritava l’esonero. Non mi metto nei panni di Ballardini e Schelotto…»

Schelotto è il nuovo allenatore del Palermo: un argentino senza esperienza in Italia, né da giocatore né da tecnico. Questo il riassunto di Renzo Ulivieri su “Calciomercato.com”, che fa la sua analisi sul caos in casa rosanero e parla a tutto campo di Iachini, Ballardini e del mister sudamericano. Ecco le sue parole:

“Un film visto e rivisto, niente di nuovo: siamo alle solite. Lo dice il suo excursus, Zamparini si è comportato così anche con allenatori che poi si sono dimostrati essere superiori alla media. Su tutti mi viene in mente Spalletti, ma ce ne sarebbero altri. Ho sempre pensato che Zamparini – per la nostra categoria – fosse una specie di benefattore, perché lui moltiplica pani e pesci, offre un lavoro a tutti. Non c’è nessun imprenditore che triplica i posti di lavoro come fa lui, basti pensare che adesso a Palermo ci saranno tre allenatori a libro paga: Iachini, Ballardini e Schelotto. Mica male… Certo, non si può considerare solo questo fattore. Perché poi ci sono i rapporti interpersonali da difendere, c’è l’orgoglio delle persone e ci sono modi e modi per seguire una scelta oppure l’altra.

L’ERRORE PIU’ GRANDE – Quella di Palermo è una situazione strana, molto caotica, inusuale. Sicuramente non c’erano gli estremi per l’esonero di Iachini. Chi me lo dice? La reazione della squadra al suo allontanamento. A volte si perdono di vista le cose che contano realmente: quando un presidente decide di cambiare allenatore, prima ancora di osservare i risultati conseguiti, deve capire una cosa. Deve intuire quanto l’allenatore in questione conservi il rispetto del gruppo che guida, quanto abbia la squadra in mano – si dice in gergo -, e solo dopo, scegliere la cosa migliore da fare. Ecco, a Palermo erano tutti con Iachini ed il suo allontanamento è stato l’errore che a cascata ha innescato gli altri.

ESPERIENZA PERSONALE – Non è stato facile per Ballardini, non lo sarà neanche per Schelotto. Posso portare il mio esempio: ricordo che venni chiamato dal Cagliari per sostituire Tabarez, un grande allenatore, amato dai suoi giocatori. Appena misi piede in quello spogliatoio, con la squadra riunita, un ragazzo che era già stato con me e che ancora oggi reputo un po’ come mio figlio, si alzò e parlò a nome di tutti dicendomi: “Mister, noi non la vogliamo perché avremmo preferito proseguire con Tabarez”. Dovetti ovviamente rispondere che mi trovavo lì perché mi avevano chiamato e che non avevo alcuna colpa per l’accaduto. Fu una stagione molto travagliata. I calciatori non possono sentirsi padroni del destino di un allenatore, tuttavia, il loro parere conta.

IL RISCHIO – Il Palermo è una buona squadra dal punto di vista tecnico, non dovrebbe avere problemi di salvezza, ma se questa era la paura di Zamparini, bene ha fatto ad affidarsi ad un tecnico esperto. Ma attenzione, dietro tutto questo c’è un punto di domanda grande quanto una casa, da non trascurare assolutamente: di quanto tempo avrà bisogno Schelotto per rendere al meglio? Ogni allenatore ha un fisiologico periodo di adattamento ed il campionato italiano è quello di più difficile comprensione, specie per chi viene da fuori. Se i tempi di Schelotto saranno brevi, non ci saranno problemi, se invece saranno più lunghi, potrebbe sorgere qualche intoppo. Zamparini, per far bene, potrebbe rischiare di far peggio, ma a coprirgli le spalle ci ha pensato Sorrentino.

SPALLE AL MURO – “Non so chi verrà dopo Ballardini, chiunque sarà avrà il pieno appoggio del gruppo e troverà uomini veri. Oggi abbiamo vinto senza che nessuno avesse preparato la squadra, Ballardini non si è visto né prima né dopo”, ha dichiarato il portiere rosanero dopo la vittoria contro il Verona. Parole pesanti, un impegno grosso di cui la società Palermo terrà conto. Dichiarazioni che pongono tutti spalle al muro, perché adesso i giocatori saranno obbligati a fare bene. Fossi nei panni di Zamparini, mi fregherei le mani.”