La storia dello scandalo, che sembrava essersi arenata nel 2016, percorre la tratta che porta a Koevo, che è stata oggetto di un’opera di ammodernamento della linea ferroviaria nel periodo che va dai primi anni 2000 ai 10. L’opera riguarda 26 chilometri della tratta fra Koevo e Grosuplje. Un intervento finanziato con 42 milioni di euro, la cui gestione è affidata dalle ferrovie slovene al loro braccio specializzato in materia di costruzioni ferroviarie. Il direttore di quest’ultima, Leon Kostiov, assegna nel 2008 un subappalto alla società NB Ineniring. La somma impegnata per questo cespite è di 390mila euro.
Cifra non significativa nel totale dell’opera, ma a suonare immediatamente strano è che NB Ineniring è una società priva di dipendenti, che non ha mai pubblicato informazioni sulle sue attività e verrà cancellata dal registro delle imprese subito dopo avere ricevuto il subappalto e il denaro. Si fa immediatamente largo il sospetto che si sia trattato di un’operazione fittizia. Ad aggiungere ombre è Nihad Bei, che risulta il controllante della NB Ineniring, soggetto che nel corso degli anni ha dovuto far fronte a diversi infortuni giudiziari. Altra figura presente nello scandalo è Milo Njegoslav Milovi, ex componente dei corpi speciali della polizia: Milovi è stato capo della sicurezza personale di Janez Drnovek, il secondo presidente della repubblica di Slovenia dopo la secessione dall’ex Jugoslavia. Successivamente diventa l’uomo di fiducia di Zoran Jankovi, che formalmente sarebbe il sindaco di Lubiana ma di fatto ne è il monarca poiché la governa quasi ininterrottamente dal 2006.