Udinese, Lucca: «Gavetta? Non ho mai mollato, ora sogno il Mondiale»
Lorenzo Lucca ha tracciato un bilancio positivo della sua stagione calcistica, nonostante non sia riuscito a partecipare agli Europei, un evento che desiderava molto. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ha espresso rammarico per non aver partecipato al torneo, ma si è anche detto soddisfatto dei suoi successi, come il suo primo gol contro il Genoa e le convocazioni in Nazionale. Durante la stagione, ha avuto l’opportunità di giocare in alcuni degli stadi più emblematici d’Italia, come l’Olimpico di Roma, San Siro a Milano, l’Allianz Stadium a Torino e l’Olimpico Grande Torino, dove andava da bambino con suo padre. Un momento particolarmente emozionante per lui è stato quando il suo idolo, Zlatan Ibrahimovic, lo ha incoraggiato dicendogli di continuare su questa strada.
Lucca ha anche parlato del suo rapporto con Fabio Cannavaro, che lo ha aiutato molto con consigli pratici e lo ha incoraggiato a rimanere concentrato, dato che le opportunità possono presentarsi all’ultimo momento. Cannavaro ha anche scherzato su come sarebbe stato difficile per Lucca giocare contro di lui. Un altro aspetto importante per Lucca è il supporto che riceve fuori dal campo, inclusa la meditazione, che lo aiuta a mantenere la concentrazione e la calma. Guardando al futuro, il suo obiettivo è confermarsi come giocatore, continuando a lavorare sodo sia in campo sia fuori, con allenamenti individuali e in palestra. Il suo sogno più grande ora è partecipare al Mondiale 2026, segnando un nuovo capitolo ambizioso nella sua carriera.
Ecco le sue parole:
Un bilancio di quello appena trascorso? «Positivo. Tra i sogni realizzati metto il primo gol contro il
Genoa, la convocazione in Nazionale a marzo e aver giocato all’Olimpico, a San Siro, all’Allianz e all’Olimpico Grande Torino, dove andavo con mio padre. Vedevo le partite in entrambi gli stadi».
Un altro momento da cartolina? «L’incontro con Ibrahimovic dopo Udinese-Milan. Avevo il suo poster in camera. Mi ha autografato la maglia e poi abbiamo parlato. “Sei forte, continua così”, ha detto. Avevo i brividi».
Quanta strada dalla Promozione. «Ricordo una doppia partita giocata in meno di 24 ore con l’Atletico Torino. Il pomeriggio feci due gol con gli Allievi, la mattina dopo segnai in Promozione».
L’importanza della gavetta. «Esatto. Non ho mai mollato. Quegli anni sono stati importanti. Mi fanno pensare che tutto abbia avuto un senso: i sacrifici, la vicinanza dei miei. E non sono sempre stato così alto, sono cresciuto dopo».
Dov’era il 9 luglio 2006? «In Valle d’Aosta, con i miei genitori».
L’ha raccontato a Fabio Cannavaro? Sorride. «L’avevo già incontrato in Nazionale, poi l’ho ritrovato all’Udinese. E mi è sempre stato d’aiuto con dozzine di consigli. mi vuole sempre concentrato perché la palla buona può arrivare anche all’ultimo secondo. E poi scherziamo molto: mi dice che se avessi giocato contro di lui non avrei toccato un pallone».
E lei come replica? «Che non l’avrebbe presa lui! Scherzi a parte, è stato molto
bravo. Ha preso in mano un gruppo in difficoltà e ci ha
condotti alla salvezza. Sono felice per lui e per come si è
conclusa l’annata».
L’Udinese la riscatterà dal Pisa. «Sono felice. Era quello che volevo».
Quante volte ha rivisto il gol sbagliato contro la Fiorentina? «Riguardarsi è fondamentale. Solo così puoi capire gli errori e migliorare. Da bambino sbagliavo gol semplici come quello, ma poi ne ho siglati alcuni sporchi contro Lazio e Bologna. Ho una persona che mi dà una mano in tal senso, anche con la meditazione. Mi aiuta dopo una partita al di sotto delle aspettative».
Cosa ha imparato all’Ajax? «È stata una scuola di calcio e di vita. Ti insegnano come comportarti fuori dal campo. In fondo rappresenti un club storico. | due gol segnati all’Amsterdam Arena restano il ricordo migliore».
Retegui ha segnato un gol meno di lei, ma sarà all’Europeo. «Le convocazioni dipendono da diversi fattori. Spalletti, giustamente, ha fatto una scelta diversa. Le reti contano, ma per questo tipo di contesti lasciano il tempo che trovano. lo sono sereno. L’obiettivo per la prossima stagione è confermarmi. Quest’anno ho lavorato molto anche dopo gli allenamenti: tecnica individuale, palestra, cose così».
All’orizzonte cosa vede? «Il mio sogno è il Mondiale, poi c’è sempre la famiglia. Mio padre, mia madre, mio fratello. Grazie a loro ho sempre scelto con la mia testa. Devo a loro ogni cosa. Il resto, dipenderà da me».