Udinese, l’ex rosa Lucca: «Nazionale? Non mi basta la convocazione, punto a essere titolare»
Lorenzo Lucca, attaccante dell’Udinese, ha condiviso con Sport Week de La Gazzetta dello Sport la sua evoluzione come calciatore negli ultimi quattro anni. Rispetto al passato, Lucca si sente ora un giocatore più concentrato e partecipativo in campo, capace di sfruttare al meglio le occasioni da gol grazie a una maggiore consapevolezza tecnica e di squadra. Lavora costantemente sui dettagli del gioco, inclusi i colpi di testa, con l’aiuto di un preparatore personale. Pur riconoscendo la forte concorrenza in Nazionale, aspira a diventare titolare, convinto delle sue capacità nonostante giochi in un club con meno visibilità rispetto ad altri top club. Lucca, arrivato a Udine nell’estate 2023, apprezza la fiducia e il supporto del club, sottolineando l’importanza di non essere giudicato severamente per gli errori, ma di avere lo spazio per migliorarsi costantemente.
Ecco le sue parole:
«Se guardo le mie partite di quattro anni fa e le metto in confronto a quelle di oggi, vedo un calciatore diverso. Profondamente diverso. Prima mi ‘perdevo’ durante la partita, staccavo la testa dal gioco e finiva che non ero capace di trasformare in gol la palla buona. Adesso sono molto più concentrato, attento, partecipe dal primo all’ultimo minuto”, ha spiegato l’attaccante. Sono consapevole che nell’Udinese non è come nell’Inter, alla Juve o al Milan: non avrò tante occasioni da gol, potrebbe essercene una sola, e io devo saperla sfruttare per fare la differenza. Sono migliorato tecnicamente e nel legare il mio gioco a quello dei compagni. Riesco a capire più di prima come si muove chi mi sta alle spalle, le sue caratteristiche, come mette la palla, e questo mi permette di predispormi col corpo nel modo migliore per ricevere il passaggio. Ma, ancora una volta, la crescita più importante è stata qui (indica la testa): una volta, sbagliavo il primo passaggio e mi mortificavo. Ora sbaglio la prima palla e mi dico: ‘Vabbè, adesso gioca bene la seconda’. Non mi faccio più condizionare dagli errori».
«Nazionale? Non mi basta la convocazione, punto a essere titolare in Nazionale. Io sono convinto di poter fare grandi cose, ma nel mio ruolo vedo molta concorrenza, a partire da quella portata da Scamacca e Retegui, due ‘nove’ molto forti che, rispetto a me, giocano in un top club come l’Atalanta. In questo momento mi stanno davanti, ma penso che per ma sia solo questione di tempo e di lavoro duro. La continuità nel giocare, la stima e la fiducia del club, che mi ha aiutato nel sopportare gli errori, e l’anno scorso ne ho commessi tanti. In questa stagione spero di sbagliare di meno, ma sbaglierò comunque, e sapere che chi ti sta intorno non ti crocifigge diventa importante. Altra cosa, all’Udinese mi hanno spinto a lavorare sempre di più: a fine allenamento mi metto tirare da tutte le posizioni. Ne farò 20 o 30 a sessione, ma a fine stagione diventeranno più o meno cinquemila. E sono sicuro che avranno un peso. Penso che questo sia per me un anno fondamentale. Sono arrivato in alto in ritardo ed è stata colpa mia: nessuno crede in te più di te stesso, e se vuoi davvero qualcosa, sta’ sicuro che la otterrai ma era destino e non rimpiango le scelte che ho fatto, perché sono sempre state mie, non di mio padre, mia madre o di un procuratore. Io ho scelto di venire a Udine, come io ho scelto di ripartire dalla Promozione. E forse, se non avessi fatto quel passaggio, oggi non sarei qua».