“U picciriddu” ritorna all’ovile: fischi o applausi per Paulo Dybala?

“C’è un solo colore che sta bene con il nero: il bianco”. Parola di Paulo Dybala. L’attaccante argentino si è espresso così su Instagram al termine della vittoria conquistata dalla Juventus sul Milan grazie al suo gol. Esultanza più che legittima, tempismo tutt’altro che perfetto. Già, perché manca solamente una settimana alla grande sfida tra la “Joya” ed il suo vecchio Palermo. Domenica prossima, infatti, Dybala tornerà allo stadio “Renzo Barbera” per la prima volta da avversario e non resta che scoprire quale accoglienza gli riserverà il suo ex pubblico.

Lo stesso pubblico che l’ha coccolato proprio come un “picciriddu” fino all’ultima giornata della passata stagione, nonostante già a metà campionato fosse chiaro a tutti che a giugno anche lui sarebbe diventato l’ennesimo ex. D’altronde Dybala è un fuoriclasse e questo è il destino capitato a tutte le stelle del calcio passate dal capoluogo siciliano. Fa parte del gioco ed i palermitani lo sanno bene. Forse anche fin troppo.

E quindi saranno fischi o applausi domenica sera per il caro vecchio Paulino? Quel Paulino che due anni fa ha contribuito alla splendida cavalcata del Palermo dalla serie B alla A e che nello scorso campionato ha illuminato insieme a Franco Vazquez, amico prima che compagno di squadra, il cammino dei rosanero verso la salvezza indossando anche la fascia di capitano in più di un’occasione. 21 reti, 16 assist ed innumerevoli giocate di classe sono i numeri che l’ex numero 9 ha regalato al club di viale del Fante nel corso dei tre anni tra le fila del club di viale del Fante.

Cifre importanti che hanno convinto anche i più scettici che Maurizio Zamparini non ha avuto tanto torto a versare quei celeberrimi 12 milioni nelle casse dell’Instituto per portarlo in Sicilia. Cifre che allo stesso tempo hanno fatto sì che la “Vecchia Signora” decidesse di investire tanti soldi su quel giovane argentino che faceva impazzire l’Europa, strappandolo al caldo sole di Mondello e portandolo nella fredda Torino. E se il passato non può essere cancellato, basterà indossare una maglia a righe bianche e nere a trasformare quelli che un tempo erano applausi scroscianti in fischi assordanti?

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Giulia Nasca