“Che resti così, Andrea Belotti. Umile e vero, con quella faccia da bravo ragazzo dell’oratorio, pronto a dare una mano a chi gliela chiede. Il bomber del Toro, capocannoniere della serie A con Higuain e Dzeko (nell’anticipo col Napoli il giallorosso non ha segnato), ieri ha vissuto un assaggio di interviste al Grande Torino a fianco di Sinisa Mihajlovic per la conferenza di vigilia di Torino-Palermo. La sua speranza è che sia un antipasto di ciò che potrebbe succedere oggi, magari dopo aver cambiato decina ed essersi portato a quota 20. E’ un piacere sentire Belotti, non solo per quello che dice ma anche e forse soprattutto per come lo dice. Modi gentili e autentici, senza per questo fare sconti alla verità. E’ distante anni luce, lui, dal prototipo dei bomber coetanei, “stampizzati” con quell’aria da bulletti incorniciata in orecchini multipli diamantati. Il Gallo per illuminare non ha bisogno della luce di quelle pietruzze preziose e costose (fatica e salute a rischio per chi le cerca nelle viscere della terra, tanti soldi per chi può comprarle). Il Gallo illumina con le riflessioni semplici e quindi importanti che accompagnano i suoi ragionamenti. Del resto il suo lavoro è semplice, per cui è inutile vestirlo con ragionamenti e paroloni ridondanti o cliché vecchi, comunque falsi. Un Belotti così – e che resti così! – non può che farsi voler bene anche dai suoi compagni di squadra, tutti, che daranno a maggior ragione il massimo per aiutarlo, oggi sarà pure capitano, a vincere lo scettro dei marcatori. E magari anche la Scarpa d’Oro, ovvero il trofeo europeo degli attaccanti. «Cosa regalerò loro se dovessi riuscirci? Innanzitutto cominciamo a portare a casa il risultato, poi sicuramente qualcosa farò», dice, scatenando la vena battutistica di Mister Miha: «Lui è tirchio. Lasciamo stare, non preoccuparti Gallo dei regali, a quelli ci penso io. Pago io. Tu pensa a fare gol, non vorrei che magari poi non la butti dentro per timore di dover spendere…!». Il numero 9 incassa con abilità e un sorriso che lo porta a inquadrare il discorso meno divertente dell’anno per lui e il Toro intero: i calci di rigore. E anche in questo caso l’umiltà che gli hanno insegnato i genitori lo soccorre per affrontare il problema con la giusta serenità e attenzione. «Cosa faccio per cercare di non sbagliare il prossimo penalty? Ho chiesto consigli un po’ a tutti, anche perché segnare un calcio di rigore non è solo una questione tecnica ma anche una sfida di nervi. Sto cercando di lavorare per arrivare al dischetto nella maniera più lucida. Lo ripeto, ho chiesto consigli un po’ a tutti. Pulici? Se me ne desse anche lui sarebbero ovviamente ben accetti perché è stato un campione. Sarebbe importante segnare non solo per me ma soprattutto per la squadra, anche i gol dagli undici metri aiutano a vincere e quindi a muovere la classifica». Già, proprio così, ora il Torino se avesse trasformato tutti e 9 penalty calciati sarebbe a quota 43, mica poco pure in chiave sogno Europa League. Sta di fatto che un’altra ragione bella tosta per portare oggi il figlio granata allo stadio è proprio quella di sperare di farlo esultare a un altro gol di un Belotti formato bomber benedetto: «Mi fa effetto vedere il mio nome a fianco di quelli di Higuain e Dzeko, attaccanti completi che segnano da tanto tempo. Vediamo come andrà a finire». Sì, parla proprio così Belotti, uno che il Torino lo ha di fatto valutato 100 milioni con la clausola rescissoria a tre cifre valida per i club europei. Lui non se ne cura e sul tema Mister Miha commenta: «Non so quanto vale, il prezzo lo fa il mercato. Ma se resterà così cattivo e determinato potrà diventare il centravanti più forte della A». Lui abbozza e getta lo sguardo alla sua sinistra, dove la vetrata permette allo sguardo di raggiungere la porta che oggi Posavec proverà a difendere. Poi, a chi s’inventa l’ennesima domanda tortuosa – tipo scala a chiocciola – per parlare del suo futuro e dei Mondiali 2018, il Gallo canta in maniera chiara: «Ora penso a questa partita. Per il Mondiale c’è tempo, mi aspetta ancora la prossima stagione intera nel Toro, visto che ho un contratto con questo club». Chi ha orecchie per intendere intenda. Chi invece vuole sognare, pure”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna di “Tuttosport”.