“«E quando tornerà Marchisio chi starà fuori?». La domanda ha aleggiato attorno alla Juventus dal varo del 4-2-3-1, sistema di gioco con cui i bianconeri hanno iniziato a dare spettacolo oltre che a vincere, ma nel quale ci sono due soli posti per quelli che a inizio stagione dovevano essere i titolari di un centrocampo che prevedeva un centrale e due mezzali. L’idea di un big che si trasforma in riserva suscita sempre un po’ di apprensione, ma le conseguenze della svolta tattica non genereranno tensioni pericolose nello spogliatoio bianconero. Intanto perché verosimilmente nessuno tra Marchsio, Khedira e Pjanic si trasformerà definitivamente in un panchinaro, ma ruoteranno a seconda di condizione del momento ed esigenze della partita. Certo, non tutte le partite sono uguali e qualcuno dovrà iniziare in panchina i big match, comprese le grandi sfide di Champions: ma avere dei titolari in panchina è proprio uno di quei fattori che in Europa possono fare la differenza.
Titolari bis Da Isco, James Rodriguez e Marcelo, riserve almeno in una delle ultime finali vinte dal Real (con Marcelo poi a segno nel 2014), fino ai giovani Xavi e Iniesta sulla panchina del Barcellona che superò l’Arsenal nella finale del 2006, passando ancora per il regista blaugrana partito da riserva contro la Juventus nel 2015 e Giggs panchinaro nello United trionfante nel 2008, chi ha vinto la Champions ha spesso sfruttato la possibilità di inserire a partita in corso giocatori che non avevano nulla in meno dei titolari. La stessa storia della Juventus offre un precedente illustre, legato all’ultima Champions vinta, quella del 1996: contro l’Ajax Lippi schierò a centrocampo Conte, Paulo Sousa e Deschamps, ma l’attuale tecnico del Chelsea si infortunò a fine primo tempo. Guaio pesante per Conte, pressoché indolore per la squadra dal momento che in panchina c’era pronto Vladimir Jugovic, già protagonista nella Stella Rossa campione d’Europa e del mondo. E protagonista pure quella sera, visto che segnò l’ultimo rigore, quello che sancì la conquista della coppa.
Classe e forza Proprio la Champions, con l’andata degli ottavi in casa del Porto, presenterà la prima grande sfida (con tutto il rispetto per il Palermo) che uno dei tre centrocampisti dovrà iniziare in panchina. Al netto della botta incassata da Pjanic a Cagliari, che però non preoccupa, la coppia al momento leggermente favorita è quella che ha tenuto a battesimo il 4-2-3-1: Pjanic-Khedira. Duo perfettamente assortito, grazie alla tecnica e alla fantasia del bosniaco e alla forza fisica, all’abilità nel gioco aereo e al senso tattico del tedesco, che nel nuovo sistema si sono subito tro- vati a meraviglia.
Maestri di tattica Alle prese con le ultime scorie lasciate nei suoi muscoli dai sei mesi di stop per l’infortunio al ginocchio sinistro, Marchisio al momento è forse un pelo indietro rispetto ai due compagni, ma comunque pronto al “triello”. Lo ha dimostrato anche a Cagliari, servendo a Higuain la perfetta palla filtrante per il primo gol e lanciando in contropiede Cuadrado nell’azione del secondo. In Sardegna giocava accanto a Khedira, in una coppia che per senso tattico ha pochi eguali in Europa. E’ l’abbinamento che offre maggior protezione alla difesa, viste le doti di entrambi in interdizione, senza che la fase offensiva venga comunque penalizzata, dal momento che tutti e due hanno comunque ottime capacità di inserirsi in attacco e di distribuire il gioco. Certo, sui calci piazzati si sentirebbe la mancanza di Pjanic.
Doppio regista Con il bosniaco assieme a Marchisio, invece, Allegri perderebbe la forza fisica e l’abilità nel gioco aereo di Khedira, ma otterrebbe una circolazione di palla ancora migliore. In campo la Juven- tus avrebbe due registi, abili sia nel dettare i tempi del gioco sia nel verticalizzare all’improvviso. Considerando anche Bonucci alle loro spalle, per gli avversari diventerebbe davvero difficile riuscire a soffocare sul nascere la manovra bianconera e impedire l’arrivo della palla ai quattro giocatori offensivi.
Non solo loro Condizione del momento e caratteristiche della partita guideranno le scelte di Allegri, che avrà comunque tre coppie d’assi da gettare sul tavolo, variandole anche nel corso dei 90 minuti, che sia per scelta o per esigenza, senza perdere in valore assoluto. Anzi, a proposito di variazioni, il tecnico può contare anche su altre tre alternative come Rincon (ottimo a Crotone), Sturaro e Lemina che, pur non essendo oggettivamente allo stesso livello dei tre big, rappresentano comunque tre assolute sicurezze“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna di “Tuttosport”.