Tuttosport: “Torino, occhio al Palermo. Ecco come giocheranno i rosanero. Miha a rischio “autogol” col pressing alto”
“Per il Toro il Palermo sarà tutta un’altra storia rispetto a Roma e Fiorentina, squadre tecniche ma molto aperte. De Zerbi ha dimostrato di essere un integralista intelligente. Rispetto al 4-3-3 del suo Foggia ha abbassato di 10 metri il baricentro della squadra e adattato il suo sistema di gioco di riferimento alla bisogna. In 5 partite ha cambiato 4 volte assetto, stando più attento alle contrapposizioni con l’avversario e all’equilibrio tattico che alla propria identità. Al di là delle alchimie specifiche ci sono però delle costanti che iniziato a palesarsi. Intanto la “difesa a 3″ guidata da Goldaniga, abile in marcatura e nel gioco aereo ma che soprattutto ha personalità nel giocare la palla anche avanzando a metà campo. Possesso palla Questo perché De Zerbi cerca di far giocare i suoi. Con lui, nonostante abbia giocato anche contro Napoli e Juventus, il Palermo è 6° nel possesso palla con 7′ in più a partita del Torino (ultimo in questa classifica). Anche la soluzione di tenere sempre due giocatori (Rispoli e Alesaami) alti e larghi e due nei corridoi interni (Diamanti e Hiljemark) consente al portatore di palla di avere tante linee di passaggio. Baricentro Il Torino ama squadre che tengono il pallino in mano per potergli rubare palla e ripartire negli spazi. Mamentre Roma e Fiorentina fraseggiavano in attacco il Palermo lo fa prevalentemente nella propria metà campo (un pò alla Ventura) costringendo gli avversari ad alzare il pressing per poi colpirli alle spalle con improvvisi cambi ritmo e di gioco. Il Palermo è la squadra con baricentro più basso (7 metri in meno del Toro). Sinisa dovrà quindi cambiare il canovaccio, difficilmente potrà puntare esclusivamente sulla riconquista e la ripartenza se non accettando di correre il rischio di essere lui a prestare il fianco agli scavalcamenti. La variabile Ljajic La variabile vincente potrebbe essere rappresentata dal ritorno dal primo minuto di Ljajic, un prospetto meno orientato a giocare in verticale come i vari Boyé, Martinez e Iago Falque e più capace di addomesticare la palla e saltare l’uomo anche da fermo. L’ex interista può permettere alla squadra di appoggiarsi su di lui anche per rifiatare. Ljajic sa tagliare anche tra le linee per poi andare allo scambio nello stretto con Belotti. Vulcano Nestorowski Anche nella fase di finalizzazione il Palermo è diventato più temibile grazie alla crescita del suo centravanti, il macedone Nestorowski. Il gioco viene prodotto prevalentemente a destra dove si accentra Diamanti lasciando campo a Rispoli per la sovrapposizione. Da Diamanti può partire il suggerimento in profondità o il cambio gioco su Aleesami. Il norvegese è uno stantuffo inesauribile, non attentissimo nella fase difensiva, ma dotato di un buon cross in corsa. I duelli sulle corsie Zappacosta da una parte e Barreca dall’altra daranno sicuramente vita a duelli entusiasmanti con Alesaami e Rispoli essendo tutti esterni in grado di spingere con generosità per tutta la partita. Più complicato sarà intercettare i movimenti di Diamanti. Valdifiori non ha sufficienti attitudini mentali e atletiche per andarlo a contrare. Penso quindi che alla fine in quella zona Mihajlovic piazzerà Acquah, il più incontrista dei suoi centrocampisti, lasciando a Benassi, sul lato destro, la facoltà di inserirsi in avanti con maggiore continuità”. Questo quanto riportato da “Tuttosport”.