“Per il Toro è il trio delle meraviglie: sulla carta di sicuro. IaBe-Lj, 50 giorni dopo quel fugace battesimo contro il Bologna. Iago, Belotti e Ljajic: ricomincia il loro campionato da vivere insieme, cavalcando l’onda. Il primo esame è in uno stadio che evoca necessariamente grandi bevute, chiamandosi Barbera. Un anno fa, a dire il vero, Belotti si fece più che altro delle grandi mangiate: di gol. E così stasera il centravanti torna là dove è decollato tra il 2013 e il 2015, con nel taschino un pro-memoria: nessuna rete ancora segnata ai siciliani, prego provvedere. Per la cronaca, Ljajic in carriera ha già bucato i siciliani in un Inter-Palermo 3 a 1 del marzo scorso. Iago, invece, fece il suo dovere sottoporta in Palermo-Genoa 2 a 1 dell’aprile 2015: e così ci siamo tolti subito il dente delle statistiche (dati a cura di Opta). Ma non è tanto il piano di vetro dei precedenti a spalmare la fisionomia del Toro, quanto lo specchio deformante del futuro: che può davvero allargare la dimensione del Toro. Il trio a denominazione d’origine controllata mette il becco sul domani, partendo dall’oggi. Un anno fa, Belotti rappresentò la spesa più alta per Cairo nei suoi 2 lustri da presidente, a quota 8 milioni. Quest’anno, a 9, l’ha superato Ljajic. Sono gioielli e sono speranze, perché attorno a loro – e al contributo fin qui fulminante di Iago – Mihajlovic può e vuole cucire la bandiera europea. D’altra parte che i 3 abbiano stoffa è indubbio. «Un altro come Ljajic, con le sue qualità, nel Toro non c’è», diceva nelle scorse settimane Sinisa. «Comunque Boyé, al suo posto, ha giocato buone partite», puntualizzava ieri con identica giustizia. Resta il fatto che, fin dal suo approdo in granata, l’allenatore indicò a Cairo in Ljajic e Iago 2 dei 5 obiettivi prioritari, sul mercato, per rinforzare l’attacco attorno a Belotti. Aveva già in testa la composizione di un tridente fuori dal comune. Ma all’esordio a Milano in granata in campionato l’ex interista fu bollato presto e potè comporre disegnini sul prato solo per mezz’ora. La settimana dopo, ancor meno, contro il Bologna: lesione muscolare. E’ tornato a farsi vivo a inizio ottobre a ripresa in corso contro la Fiorentina, firmando 13 minuti con Belotti e Iago in campo, prima che lo spagnolo venisse sostituito. Finora Iago e Belotti hanno tenuto in piedi i sogni con 9 reti in 2 (rispettivamente 4 e 5), mentre Boyé ha brillato di luce non riflessa. Ma è del tutto evidente che a battezzare un nuovo salto di qualità sia deputato il trio IaBe-Lj, quanto a produzione di estro, di assist, di gol. Da qui può passare la vera svolta granata. «Il Torino mi è mancato tanto – diceva ieri l’attaccante serbo -. Ho trascorso un mese e mezzo fuori, lavorando duro, e ora sono pronto. Mi mancava un po’ di condizione prima della pausa, ora l’ho ritrovata e devo tornare al mio livello. Boyé? Si vedeva subito che ha tanto talento e qualità. Sono molto contento per lui. Non è un concorrente: abbiamo 2 giocatori per ogni ruolo. E’ comunque conta il Toro che vince, non chi fa gol». Intanto Mihajlovic faceva la radiografia a Belotti: «Sì, è forse il più forte attaccante che ho allenato, alla sua età». Per Belotti, stasera, è anche la prima partita conappiccicata sulla schiena, nei progetti di Cairo, una clausola rescissoria da… paura, come svelato in esclusiva su queste colonne, ieri. Il piano del Torino prevede, a breve, l’allungamento del contratto dal 2020 al 2021 (5 anni: il massimo possibile), un aumento significativo dell’ingaggio (al momento oscillante intorno agli 800 mila euro netti, con i premi) e soprattutto l’introduzione di una clausola rescissoria da 60 milioni (50 come minimo: la cifra sarà oggetto di trattativa). In modi diversi, in questi giorni, Cairo e Belotti sono stati nominati dall’urgenza delle ambizioni”. Questo quanto si legge su “Tuttosport”.