Tuttosport: “The Abramovich papers. Era suo anche il Vitesse!”
L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma su Abramovich e la questione relativa al Vitesse.
Gli interessi di Roman Abramovich nel calcio non si fermavano a Londra, nel ricco e rinomato quartiere di Chelsea, ma, almeno secondo il Guardian, avevano varcato i confini della Gran Bretagna per approdare nell’Europa continentale, e precisamente in Olanda. Secondo i colleghi inglesi, infatti, l’oligarca russo – costretto nella scorsa primavera a vendere il club dopo 19 anni in cui lo ha portato a vincere praticamente tutto – avrebbe segretamente finanziato l’acquisizione del Vitesse, squadra di calcio della massima serie olandese, continuando a sostenerla economicamente negli anni in cui era proprietario dei Blues.
Il quotidiano inglese, infatti, è riuscito a ottenere informazioni finanziarie venute alla luce dai cosiddetti “Oligarch Files”, documenti trapelati da MeritServus, un fornitore di servizi offshore con sede a Cipro: tali documenti – esaminati dal Guardian e dal Bureau of Investigative Journalism – porterebbero alla luce prove in grado di dimostrare come Abramovich abbia acquistato il club olandese sborsando negli anni circa 117 milioni di euro. Finanziamenti segreti – emerge dall’inchiesta – che sarebbero passati attraverso una serie di società registrate in paradisi fiscali offshore, rendendo complicata l’individuazione dell’origine del denaro utilizzato per portare a termine l’operazione.
Tanto che ben due indagini della Federcalcio olandese non erano riuscite ad appurare il legame finanziario tra Abramovich ed il club che in questa stagione lotta per non retrocedere: le inchieste, infatti, si erano concluse con un nulla di fatto, stabilendo che non vi fosse alcuna connessione fra il miliardario russo e il Vitesse. Cosa che, fra l’altro, era stata già ribadita dagli stessi proprietari della squadra di calcio olandese, oltre che dal club di cui Abramovich era proprietario. La prima inchiesta sui presunti collegamenti tra il Vitesse e l’ex patron del Chelsea era partita nel 2010, quando il club olandese era passato nelle mani dell’ex calciatore georgiano, Merab Jordania.
Già nella conferenza stampa di presentazione della nuova società, a Jordania venne chiesto di chiarire quali fossero i suoi legami con l’oligarca russo: lui definì Abramovich un semplice amico, negando ogni suo coinvolgimento nell’operazione di acquisto del Vitesse. La seconda inchiesta partì, invece, dopo che Jordania, nel 2013, lasciò il club, passando la mano ad un altro amico di Abramovich, il potente uomo d’affari russo Alexander Chigirinsky. Inoltre, nell’aprile 2014, lo stesso Jordania – irritato dalla circostanza che al Vitesse fosse stato impedito di rafforzare la squadra nel tentativo di vincere l’Eredivisie e qualificarsi per la Champions – disse, senza troppi giri di parole, che «Londra non lo aveva voluto», rifiutandosi, però, successivamente, di confermare quanto affermato in precedenza.
All’epoca, a insospettire la Federazione olandese erano stati gli evidenti e mal celati rapporti fra il Chelsea e il club oggi allenato da Phillip Cocu: i Blues, infatti, aveva iniziato ad utilizzare il Vitesse come una sorta di formazione satellite. Tanto che molti calciatori della rosa londinese – chi per fare esperienza chi, invece, perché non riusciva a trovare spazio con il Chelsea – venivano mandati in prestito in Eredivisie. Successe, per esempio, a Mason Mount, oggi uno dei punti fermi dei Blues e della nazionale guidata da Gareth Southgate; ma anche ad un veterano come il serbo Nemanja Matic, oggi in forza alla Roma, che giocò in Olanda nella stagione 2017-18. Dai documenti di cui il Guardian è venuto in possesso trapelerebbe, dunque, che Abramovich, almeno fino al 2015, ha versato nelle casse del Vitesse circa 117 milioni di euro attraverso una serie di operazioni di prestito. Una cifra che per il campionato olandese, ma soprattutto per il club interessato, era tutto fuorché irrisoria: basti pensare che nell’ultimo anno in cui – secondo il Guardian – Abramovich avrebbe finanziato gli olandesi, il club fatturò complessivamente non più 14 milioni di euro.