L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sullo Spezia e la questione stadio.
Doveva essere, ed in fondo lo è comunque stata, la presentazione del nuovo Alberto Picco. Alla presenza di Gino Zavanella, l’architetto che ne ha studiato il restyling. Invece diventa, in effetti, un attacco diretto alla proprietà, con tanto di striscione che invita Nishant Tella, contestatissimo ceo che dirige da New York il club, ad andare a casa, e a rimanerci. Scorie di una retrocessione che ha colpevoli chiari nell’attuale dirigenza tecnica, tutta rimasta sulla tolda, e che ieri, per prudenza dicono, non si è fatta vedere. Eduardo Macia, che poco dopo la disfatta del Mapei Stadium contro il Verona nello spareggio si era assunto le sue responsabilità, salvo poi studiare come scaricare sui predecessori il tutto, ieri non c’era alla conferenza.
Philip Platek, il presidente ma in effetti per nome e conto del fratello Robert, ieri nell’accogliente Villa Marigola in Lerici, teatro della conferenza, ha cercato di spiegare l’attuale stato d’animo del club, l’unico al momento che in B non abbia ancora un allenatore. Che parte dalle cessioni e che poi pensa alle entrate:«Io per primo non mi aspettavo la retrocessione dello scorsa stagione, quindi non posso promettervi la promozione la prossima – ha detto Platek -. Però faremo una squadra altamente competitiva, questo posso promettervelo». Ciò che lascia traccia sul mercato, non collima con le parole dei Platek: «Il nostro impegno a crescere nelle strutture equivale a quello che vogliamo mettere in campo, nella costruzione della squadra, per tornare in Serie A il prima possibile».
Gli stessi Plat ek hanno confermato solo ieri, con dichiarazioni ufficiali, la volontà di acquisire presto quote di maggioranza del Lodz, appena promosso nella prima divisione polacca. Diventa difficile così ragionare di calcio. Gli sforzi maggiori si stanno concentrando sulla scelta del tecnico. Che sarà Massimiliano Alvini, attualmente però sotto contratto insieme ai suoi quattro collaboratori, con la Cremonese. Il nodo si dovrebbe sciogliere oggi, con l’incontro tra Alvini e Phil Platek prima e poi la discussione, concessa ad un agente, con i dirigenti della Cremonese per trovare un accordo e liberare Alvini.
Che potrebbe anche cambiare il suo modulo di gioco, andando a quattro dietro, sconfessando però quanto fatto fino ad ora con il 3-4-2-1; per fare o l’uno o l’altro modulo, ci vogliono però giocatori adatti, e per ora in casa Spezia si parla e si discute solo di cessioni. Ufficiale quella all’Al Nassr a Dubai di Kevin Agudelo, possibile quella di Amian, che può finire al Cagliari (ma c’è anche il Sassuolo); Verde e Ekdal sono la passo d’addio, e troveranno un modo per uscire dal loro contratto. Nzola ha molti club attorno. Gyasi viene proposto a molti, ultimo il Palermo. Il nodo però resta quello che individuano i tifosi: un maggiore coraggio ed investimenti, e soprattutto continuità. Il Picco, intanto sarà pronto a fine settembre; la tribuna verrà rifatta e un anno dopo toccherà alla copertura della Curva Ferrovia. Zavanella ieri ne ha spiegato i tempi: «Abbiamo diviso il progetto secondo quattro situazioni da risolvere: l’adeguamento ai criteri della Serie A, poiché eravamo al limite; rinnovare la tribuna e collocare nuovi spazi per i media; dare la migliore accoglienza ai tifosi e cambiare i seggiolini che sono ormai datati». Tutto sarà completato.