Tuttosport: “Speranza Fagioli. Un anno di stop”
L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul caso scommesse e su Fagioli.
Dall’entourage di Nicolò Fagioli emerge perplessità, più che fastidio: il tentativo, neppure troppo mascherato, da parte di alcuni di accreditare al centrocampista bianconero una sorta di primogenitura o, addirittura, di arruolamento nei confronti di altri calciatori viene respinta come del tutto inverosimile. Al di là della narrazione, influenzata fortemente dalle polarizzazioni geopolitiche (un reato sportivo acquista importanza diversa per molte testate a seconda da dove e da chi lo ha compiuto: è storia certificata), la realtà dei fatti racconta di come la Procura federale abbia già raccolto tutti i verbali relativi all’indagine sul giocatore da parte della Procura di Torino e di come Giuseppe Chinè sia ormai pronto a chiudere il fascicolo relativo al centrocampista bianconero. Che, da parte sua, si è messo a disposizione sia dell’autorità giudiziaria sia di quella sportiva. Senza che, attenzione, fosse necessario tirare in mezzo altri colleghi: il focus è sempre stato relativo alla propria posizione e alle puntate effettuate in autonomia sulle piattaforme, con le eventuali interazioni nei confronti di altri giocatori emerse dalle analisi dei dispositivi di Fagioli, con la sempre maggior evidenza di come il gioco rappresentasse un solipsismo per nulla affascinante e coinvolgente.
In ogni caso, Fagioli va verso il patteggiamento con la Procura federale, un percorso da effettuare prima che venga emesso il dispositivo del deferimento (che appunto in caso di patteggiamento preventivo perderebbe la propria ragion d’essere) affinché Chinè emetta un dispositivo a chiusura indagini con la certificazione di pena invece di un deferimento che porterebbe al processo sportivo. L’attesa per la definizione di queste dinamiche è misurata in una o due settimane al massimo e non ci sono modifiche in vista. Nè da parte della procura Figc né, soprattutto, da parte di quella della repubblica di Torino. Dove, con grande paradosso rispetto a recenti abitudini, il pm Manuela Pedrotta avrebbe volentieri fatto a meno di questa grancassa pubblicitaria anche perché nella sua indagine i calciatori sono elementi marginali (rischiano multe da 500 euro o giù di lì, pensate un po’) rispetto a un lavoro che mira a individuare i gestori di questi siti illegali.
Ma un evidente sciacallaggio mediatico ha innescato una accelerazione e una visibilità che ha complicato il lavoro invece di agevolarlo. Fagioli, intanto, aspetta: ha chiarito la propria posizione, ha iniziato dei percorsi, ha ammesso. E, soprattutto, ha posto in conto di dover guardare gli altri giocare da lontano per un bel po’ di mesi: dieci, dodici? Lo vedremo, le pene previste dall’articolo 24 sono un vessillo che sventola dal pennone di una nave fantasma perché la realtà è nella scia della navigazione ed è, per fortuna, molto più prosaica. Come dice giustamente Spalletti, “chi sbaglia paga”: ma, appunto per ciò che sbaglia, non per far contente le tricoteuse in attesa sotto la ghigliottina.