“Era la notizia più temuta, è arrivata. Più di una brutta sconfitta in quella Serie B che il Palermo frequenta da agosto. Da giorni se ne parlava e ieri è arrivata la mazzata: la Procura di Palermo ha presentato istanza di fallimento del club rosanero. All’istanza sono state allegate le informative depositate dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e la consulenza dell’esperto di bilanci Alessandro Colasi. Ad esaminarla sarà il presidente della sezione fallimentare del tribunale palermitano Giovanni D’Antoni, che ora dovrà fissare la prima udienza in cui avverrà il confronto fra le parti. Il buco nei conti della società rosanero sarebbe di oltre 70 milioni di euro. Quaranta milioni riguarderebbero le operazioni fittizie di compravendita del marchio, il resto deriverebbe dall’operazione di dimezzamento deciso dal cda della società negli anni scorsi. L’atto è siglato dal procuratore capo Francesco Lo Voi e dai sostituti Andrea Fusco e Francesca Dessì. Una notizia che ha fatto subito il giro della città e che ha gettato nello sconforto i tifosi che non hanno ancora metabolizzato quanto successo nella passata stagione – retrocessione, mancata cessione della società – e che non hanno ancora concesso fiducia al Palermo di Tedino che domani proverà a riprendersi la vetta della B nel posticipo col Cittadella. Gli scenari che si prospettano sono diversi: il peggiore ovviamente porta all’accoglimento dell’istanza di fallimento ed a tutte le conseguenze che ne derivano. La speranza di Palermo e dei suoi tifosi è di non rivivere l’incubo del 1986 quando il club venne radiato per molto meno. L’inchiesta della Procura va avanti da mesi, a fine agosto la Guardia di finanza aveva perquisito a più riprese la sede del Palermo, gli uffici e la casa del patron Maurizio Zamparini. Le carte recuperate nelle perquisizioni sono state spulciate dai consulenti della Procura che ha anche deciso di fare esaminare i faldoni agli esperti della Price Waterhouse. Otto gli indagati: con Zamparini e il figlio Diego Paolo, anche i commercialisti Anastasio Morosi di Gallarate, Domenico Scarfò di Celle di Bulgheria, Rossano Ruggeri di Cremona, la segretaria di Zamparini, Alessandra Bonometti, il presidente e il consigliere delegato di Alyssa, Luc Braun e Jean Marie Poos, di nazionalità belga il primo e lussemburghese il secondo. I reati contestati sono di appropriazione indebita, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di proventi di provenienza illecita, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e falso in bilancio aggravato dalla trans nazionalità. Nocciolo dell’inchiesta è l’operazione MePal (Merchandising Palermo), ovvero lo stratagemma usato dal Palermo per chiudere in pareggio il bilancio al 30 giugno 2016 con la cessione dell’azienda (controllata dal club) ad Alyssa Sa, a sua volta controllata da una holding lussemburghese che fa riferimento a Zamparini. Cessione che sulla carta ha portato 40 milioni di euro, con plusvalenza di circa 22 milioni necessari a ripianare i conti, però messa a bilancio come credito. Adesso la richiesta di istanza di fallimento, il Palermo e Palermo tremano”. Questo quanto riportato da Tuttosport.