L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulla situazione del Teramo in C ad un passo dall’esclusione.
Quale sarà il futuro del Teramo? Riuscirà ad evitare il baratro? O dovrà ripartire dalle categorie inferiori come accadde poco più di 10 anni fa, quando l’era Malavolta si chiuse con il fallimento? Sono le domande che tormentano i tifosi teramani. Spettatori attoniti e impotenti delle evoluzioni di una società ormai allo sbando. Che la situazione non fosse delle più floride lo si sapeva da tempo. Lo aveva certificato anche la Reviaudit Italia S.p.A. (società di revisione contabile terza, punto di riferimento nella fase di controllo degli adempimenti Covisoc) quando, ad aprile, sospese il giudizio sulla condizione economico-finanziaria del club abruzzese. Una decisione che prendeva spunto dal provvedimento con cui il tribunale di Roma aveva sequestrato in via conservativa il 60% delle quote del club, detenute dalla società capitolina Edil Green S.p.A.
Tutto è nato da un’inchiesta delle Fiamme Gialle a carico di Mario e Davide Ciaccia, i fratelli romani che detengono il controllo di fatto della compagine teramana. Diverse le contestazioni mosse a carico del gruppo economico facente capo ai due fratelli (indebite compensazioni, riciclaggio, auto riciclaggio, intestazioni fittizie), tanti i beni sequestrati: tra questi, anche una cospicua parte delle quote del Teramo. Con il gruppo Ciaccia fuorigioco, è dovuto intervenire l’ex patron Franco Iachini. Il tentativo di salvataggio operato il 22 giugno dal socio di minoranza si è rivelata però una toppa molto più piccola del buco.
Per mettersi in regola sarebbe servito un apporto di denaro fresco pari a circa 8-900mila euro. In soldoni, la domanda di iscrizione alla C è stata inviata senza allegare il documento attestante il rispetto del indice di liquidità. Il suddetto parametro (per la C non deve superare lo 0.7), perentorio (non sanabile in un secondo momento), esprime il rapporto tra attività e passività correnti: permette di verificare la capacità dell’azienda di rispettare gli impegni finanziari nei successivi 12 mesi, indica lo stato di salute delle “casse” societarie. Tra oggi e domani la Covisoc darà la risposta, ma appare quasi scontata una sonora bocciatura dell’incartamento del club aprutino.
In tal caso si aprirà la strada del ricorso, da presentare entro il 6 luglio. Quarantott’ore più tardi, l’8 luglio, si radunerà il Consiglio Federale che ratificherà l’effettiva composizione degli organici di terza serie. Con un ulteriore diniego, si andrà al Consiglio di Garanzia del Coni: in tal caso la sentenza arriverà con una tempistica ampia (forse intorno a metà mese). Nella sua linea difensiva il Teramo punterà tutto (o quasi tutto) sulla illiceità dell’indice di liquidità, cercando di sfruttare la pronuncia sull’argomento da Consiglio di Stato e Tar del Lazio, nella recente battaglia legale che ha riguardato Lega di A e Figc. Possibilità di successo? Secondo gli esperti, le speranze sono poche. Le quote sociali intanto sono bloccate dal Tribunale di Roma, e questo ostacola il possibile ingresso di Giuseppe Spinelli, imprenditore laziale che sarebbe chiamato a ricapitalizzare e a subentrare nella gestione ordinaria. Insomma, per ora lo stallo è totale. I tifosi del Teramo incrociano le dita e aspettano con il fiato sospeso di vedere la luce in fondo al tunnel. Ad attendere con interesse l’epilogo di tutta la vicenda, è anche l’intera città di Fermo: qualora, infatti, il Teramo fosse escluso dalla C il suo posto verrebbe preso dalla Fermana.