Tuttosport: “Serie B, lotta a tre per il titolo dedicato a Pablito”

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulla serie B e la lotta a tre per il capocannoniere.

Il titolo di capocannoniere della B dalla scorsa stagione è dedicato alla memoria di Paolo Rossi. Un anno fa, Mauro Balata, numero 1 della Lega B, lo consegnava a Massimo Coda, vincitore, con la maglia del Lecce, delle ultime due classifiche marcatori della categoria. Per questo campionato invece, con cinque giornate ancora da giocare, sembra una lotta a tre fra Cheddira e Lapadula (16 reti), insidiati da Brunori (15). Più staccarti gli altri, i più vicini sono a quota 12: Mulattieri (che però per un infortunio ha già terminato la stagione) e il bomber finlandese del Venezia, Pohjanpalo. Il trofeo Paolo Rossi (nel quale Pablito è ritratto braccia al cielo, nella sua celebre esultanza) è un modo per premiare chi dalla B si sta mettendo in mostra, visto che lo stesso Pablito iniziò a farsi un nome nella seconda serie italiana, al Vicenza.

E i tre fortemente indiziati per il titolo di quest’anno, tutti italiani atipici, hanno grandi credenziali per proporsi (o riproporsi) nella massima serie. Walid Cheddira, italo-marocchino nato 25 anni fa a Loreto (Marche), è la rivelazione della stagione. Con un avvio di stagione portentoso, si è guadagnato uno spazio nell Marocco e ha pure disputato i Mondiali (perdendo dunque la possibilità di vestire un giorno l’azzurro). Dopo quattro giornate senza andare a segno, sabato è tornato a timbrare, al Como, il primo dei due gol dei pugliesi nel 2-2 in rimonta in casa col Como. Ai 16 gol in campionato, vanno aggiunti i 5 realizzati da Walid in Coppa Italia (di cui 3 a una squadra di A, il Verona). Logico che le speranze di A del Bari sono legate ai suoi gol. Si è molto discusso di un suo calo nel girone di ritorno (dove comunque ha segnato 6 reti) ma va anche tenuto conto dell’annata straordinaria di Cheddira: fino a un anno fa non sapeva neanche cosa fosse la B e soltanto nel 2019 giocava in Serie D nella Sangiustese.

A giugno sarà un pezzo ambito del mercato. Due strade per il suo futuro: la cessione a un grande club di A (la Lazio è quella che ha mostrato più interesse) o un passaggio del suo cartellino “in famiglia”, coi De Laurentiis che potrebbero farlo approdare al Napoli. La permanenza al Bari è legata al futuro del club, in quale categoria giocheranno i pugliesi oggi terzi in B: va ricordato che in caso di promozione, i De Laurentiis sono obbligati a cedere il club pugliese (o il Napoli). Diverso il discorso per Gianluca Lapadula, 33 anni, nato a Torino (è vissuto a due passi dal mitico Filadelfia), che per le sue ascendenze peruviane ha scelto di giocare per loro, diventando da quelle parti un autentico idolo. E le partite internazionali col Perù lo hanno fatto crescere moltissimo, lo hanno completato. Se Lapadula dovesse ritrovare la A col Cagliari (i sardi di Ranieri probabilmente faranno i playoff dove potrebbero essere i favoriti per la promozione), potrebbe calcarla con maggiore profitto, rispetto alle annate vissute nella massima serie con Genoa, Milan, Lecce e Benevento.

In A comunque, Lapadula ha numeri non trascurabili: 34 gol e 8 assist in 125 presenze. Il 28enne Matteo Brunori invece, sta a metà strada fra gli altri due. Italiano nato in Brasile, ci si aspettava molto da lui dopo i 29 gol realizzati (playoff compresi) nella passata stagione in C col Palermo. In B andava verificato, anche perché le sue precedenti esperienze nella categoria non erano state memorabili. Ma il suo bilancio è già più che positivo, superiore a quello del Palermo di Corini che negli ultimi tempi sta perdendo colpi (un solo punto nelle ultime tre uscite), rischiando di non disputare i playoff (oggi i siciliani sono a -3 dall’8° posto, l’ultimo buono per farli).