L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulla serie B e sul primo turno che ha visto la totalità di italiani in campo dal 1′.
Il made in Italy riesce ancora a ritagliarsi uno spazio nel calcio dello Stivale. Italiano è bello. Di più: italiano e giovane, un binomio bello è possibile in Serie B. Nella prima di campionato ben tre squadre avevano nell’undici titolare una formazione di soli indigeni: Cosenza, Sudtirol e Feralpisalò. I calabresi hanno battuto 3-0 l’Ascoli, gli altoatesini hanno imposto uno spettacolare 3-3 allo Spezia, una delle favorite alla promozione, e i lacustri sono usciti con dignità dalla prima assoluta, un ko per 2-0 in casa del Parma, altra big designata di questo torneo.
Al netto dei tre espulsi in casa marchigiana già all’intervallo (record di sempre in B), quello del Cosenza è un risultato che ha fatto molto piacere alla piazza e ai dirigenti anche perchè ottenuto contro la squadra allenata da Viali, il tecnico che dopo aver portato i calabresi alla salvezza nel playout con il Brescia ha preferito cedere alle lusinghe proprio dell’Ascoli. Al fischio d’inizio, Caserta ha schierato Micai in porta, Martino, Venturi, Fontanarosa e D’Orazio nei quattro dietro, Zuccon e Calò mediani e il trio Arioli-Mazzocchi-D’Urso alle spalle di Tutino. Ben tre i Millennials: Fontanarosa, Zuccon e Arioli.
Andare sotto per tre volte e riuscire sempre a recuperare (l’ultima al 95’) ha avuto per il Sudtirol il sapore dell’impresa. La squadra sorpresa della scorsa stagione sa che deve riconquistarsi tutto da capo e aver tolto due punti a uno Spezia che a giugno era ancora in A a giocarsela fino allo spareggio con il Verona è un po’ come aver vinto. Bisoli ha schierato Poluzzi in porta; Giorgini, Cuomo e Masiello in difesa; Ghiringhelli, Tait, Kofler e Davì a centrocampo; Casiraghi e Rover alle spalle di Odogwu. Tutti italiani. Il 18enne (sì, avete letto bene: diciottenne) Kofler è nato a Merano, Odogwu a Verona da genitori nigeriani. Giorgini è l’altro Millennial e nei cambi del secondo tempo tre su cinque erano giocatori italiani.
La Feralpisalò è stata l’unica all-Italy a non far punti, ma era anche quella con il compito oggettivamente più difficile e l’unica a giocare fuori casa. Vecchi ha iniziato con Pizzignacco (21 anni, portiere dal sicuro avvenire come hanno potuto constatare i tifosi del Torino nella gara di Coppa Italia la vigilia di Ferragosto) davanti al quale c’erano Bergonzi (un 2001 al debutto in B sul quale l’Atalanta punta ancora), Ceppitelli, Bacchetti e Martella; a centrocampo Hergheligiu, Carraro e Balestrero; Compagnon, La Mantia e Di Molfetta le tre punte. Al “Tardini” la Feralpisalò si è quindi presentata non solo con tutti italiani, ma anche con uno schieramento propositivo e con il 21enne Compagnon (già visto anche nel giro della Juventus prima squadra, un pallino di Allegri). Nel finale di partita, un’altro momento storico: è entrato il 2007 Gjyla, primo della sua età a debuttare tra i professionisti. Attaccante albanese, nato nel Bresciano (a Iseo, ma vive a Cologno), scoperto dalla bandiera del Brescia Stefano Bonometti (422 presenze in biancoazzurro), scartato a 11 anni a un provino dal Brescia e ora tesoro della Feralpisalò, sulla quale c’è già il pressing dell’Atalanta disposta a pagare 800.000 euro per aggiudicarsi il cartellino di un talento del quale gli addetti ai lavori parlano con entusiasmo da almeno un paio d’anni.