“Il Toro è una magnifica truffa legale. Il Toro è una gigantesca trappola a cielo aperto. Il Toro è un trucco da circo: spettacolare. Simeone, mica Pep C’è Toro e Toro. C’è un Toro pre-salto, e c’è un Toro in volo. La radiografia del gioco granata, con le sue peculiarità più evidenti, porta alla luce non solo la rivoluzione copernicana di Mihajlovic, ma anche i correttivi fondamentali apportati dal tecnico per affrontare – e battere – due squadroni come la Roma e la Fiorentina. I dati che qui analizziamo enucleano per l’appunto la metamorfosi del Torino e, nel contempo, quel concetto truffaldino del gioco. Con un’etichetta, su tutto: nel balletto delle evocazioni, Sinisa può essere soprannominato il Cholo d’Italia. La versione nostrana dell’anti-guardiolismo. Riveduto e corretto C’è un dato incredibilmente significativo, che rende questo discorso tutto fuorché filosofico. La percentuale del possesso palla. Questo Toro eccezionalmente 7°, a 2 punti dall’Europa, è penultimo, tra le 20 squadre della A, per possesso palla in media a partita: 42,7% (con, addirittura, 18 punti percentuali in meno rispetto al Napoli, 1°). E soccorre un ulteriore riferimento statistico: per fregare, nel vero senso della parola, i giallorossi e i viola, cioè due squadre ben più attrezzate qualitativamente, Miha ha ulteriormente accettato di abbassare l’asticella Toro ultimo in classifica nella media delle ultime 2 giornate, con appena il 34,9% di possesso. Incredibile, sì: detta così, sembra che i granata siano una formazione non all’altezza di giocare il pallone con sufficiente padronanza, portata per limiti oggettivi a farsi schiacciare. Invece il Torino vanta il 4° miglior attacco del campionato (13 reti; media di quasi 2 gol a partita) ed è 3° per numero di tiri in porta (l’indice di pericolosità si sposa con la precisione; i granata sono poi quarti per numero complessivo di conclusioni, comprese quelle finite fuori dallo specchio). Insomma, il Toro tiene poco, pochissimo la palla, ma al contrario è fin stupefacente per come colpisce a tradimento. Ma perché questo magnifico trappolone funzioni, serve ancora un trucco. L’equilibrio Tutto questo, nella gestione del 4-3-3 d’ordinanza, si mescola per l’appunto con il trucco del baricentro basso e del recupero del pallone nella fase difensiva. Se è vero che il Toro tende a lasciar giocare, compattandosi in uno spazio ridotto di prato, così da creare un imbuto tattico per gli avversari (come da prima immagine pubblicata in alto a destra), è anche vero che il pressing impetuoso e improvviso adottato da Miha porta i granata a essere una delle 4 squadre che recupera il maggior numero di palloni lontano dalla propria porta (a circa 36 metri da Hart). Il tutto, tuttavia tenendo sempre un baricentro abbastanza basso, dalle parti di Valdifiori: a circa 46 metri dal portiere (ben 14 squadre più protese in avanti, mediamente, nelle ultime 2 giornate). Contro Roma e Fiorentina, il Toro è stato scientemente e furbescamente 13° in tutta la serie A per palloni recuperati nella metà campo avversaria: per non sbilanciarsi troppo. In precedenza, invece, in questa particolare classifica era vicino al podio. Nell’altra immagine pubblicata in alto emerge la capacità del Toro di manovrare a tutto campo. Con due esterni come Barreca e Zappacosta la produzione di cross è immediatamente decollata. Un’altra chiave è il pressing esercitato da Boyé e Iago sui primi portatori di palla avversari (solo altri 3 attaccanti in A hanno recuperato più palloni, nelle ultime giornate). Riassumendo: il Toro si ritrae, si solidifica, attende, schizza all’improvviso in massa nel pressing, recupera palla, si distende subitaneamente, verticalizza appena possibile e diventa appuntito a sorpresa non solo sulle fasce, ma anche in posizioni più centrali, grazie ai rapidi inserimenti dei due interni e al moto del tridente. Gli interscambi tra i giocatori sono ossigeno. E l’intensità è il sale che, con la classe e il fiuto di goleador come Belotti e Iago, rende questa minestra un magistrale esempio di modernismo. La trappola, così, è perfetta.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna di “Tuttosport”.