“Lo studio che iniziamo a pubblicare da questo numero riassume i dati sugli ascolti tv e sulle presenze allo stadio nella stagione di Serie A appena conclusa. Analisi e riflessioni che, come vedremo, prendono in esame anche gli altri grandi campionati europei a sostanziare concretamente la fase di difficoltà che stiamo attraversando. Le cifre, ancora una volta, certificano un totale dominio della Juventus che resta l’indiscusso “motore” del calcio italiano sia per il numero di spettatori medi in tv (AMR) sia – come vedremo nelle prossime puntate – per la percentuale di occupazione nel proprio stadio e per quella che garantisce agli avversari quando è “ospite” in giro per l’Italia. Come abbiamo già sottolineato in altre occasioni – ma giova ripeterlo ora che è in discussione il ridisegno della Legge Melandri sulla ripartizione dei diritti tv – è evidente come una ridistribuzione in stile “cattocomunista” che non tenga conto di investimenti aziendali, risultati sportivi immediati, sostenibilità economiche ci allontani ulteriormente, invece di avvicinarci, al tanto agognato “sistema Premier League”. Spiace ribadirlo, ma la distribuzione di denari senza chiedere nulla in cambio non farà altro che esaltare la tendenza a vivacchiare tipica di molti nostri club. Senza dimenticare che questa “sinecura” garantita dai proventi tv, fa sì che la maggior parte delle Società non si preoccupi di spingere sugli altri settori di crescita economica: dal merchandising agli introiti da stadio. Quello che molti Club ancora non hanno compreso è che “i tifosi sono tutto”, senza di loro non c’è energia, nessuna passione, nessun calore né convinzione. Non ci sono prodotti né servizi, né fans innamorati. Quando si assiste alla Serie A, dal vivo o in tv, spesso la mente corre ai lugubri campionati dell’Est Europa dei primi Anni 80: stadi obsoleti, spalti consunti e con larghi spazi vuoti. I registi, incaricati dalla Lega compiono acrobazie filmiche per rendere più accattivanti le immagini, ma il confronto con Bundesliga, Premier League e Liga è impietoso. Questo effetto, purtroppo, fa la sua parte (negativa) nel mondo con il passa parola tra i tifosi, i partecipanti e, in ultima ma importante analisi, i possibili investitori. Invece di continuare con la logica della distribuzione dei soldi “a pioggia”, varrebbe forse la pena riflettere sul fatto che rispetto alla scorsa stagione sono andati perduti ben 25 milioni di spettatori in tv. Anche in questo caso, sicuramente, giova il confronto con la Premier dove le gare del campionato non sono trasmesse tutte in tv come avviene in Italia: in Inghilterra la scelta avviene a seconda dell’audience e di altre questioni d’appeal (orari, classifica, eccetera) in modo da non inflazionare il prodotto con un’offerta indistinta e da premiare coloro che si conquistano più “passaggi” in tv durante la stagione. Un criterio indiscutibilmente oggettivo: visto che si parla di denari legati ai diritti tv, non si capisce (o forse lo si capisce benissimo pensando per esempio a certe lobby romanocentriche) perché legarli ai residenti nel Comune invece che all’audience pura e semplice. Un grimaldello evidente per disinnescare i dati reali (quelli che pubblichiamo in queste pagine) sull’audience tv, sugli spettatori allo stadio (che pubblicheremo nelle prossime puntate) e sulle indagini demoscopiche che certificano come la Juventus sia la squadra con il maggior bacino di sostenitori sul territorio (26,7%), con il maggior numero di citazioni (30 % come prima squadra) e quella con i più alti (11,51 %). Per capire meglio di cosa stiamo raccontando, prendiamo due esempi a confronto: se ci si basasse su una distribuzione legata al numero di spettatori dal vivo e in tv, la Juventus avrebbe il 25 % per un totale di 50 milioni e mezzo di euro; La Lazio, per prendere un club a caso, si fermerebbe a un 3,3 % equivalente a 6,6 milioni. Se invece si considerasse la popolazione residente del Comune in cui ha sede il club, la Juventus incasserebbe 2,4 milioni (pari al 6 %) e la Lazio 2,8 milioni (pari al 19,45 %). Interessante e curioso”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna di “Tuttosport”.